Il termine “digiuno” nell’immaginario comune si associa a terribili immagini di contorcimenti di organi dovuti alla fame, o a immagini di carestie, di povertà, malesseri, ma come ogni medaglia ha il suo rovescio, ancora troppe poche persone conoscono la dimensione benefica, salutare, spirituale di questa pratica di lunga data.
Tutte le tradizioni antiche presentano delle regole di igiene alimentare e molte indicazioni su come mantenere a lungo la salute, e le pratiche di disintossicazione e di digiuno sono tra le più importanti insieme a quelle di respirazione e di circolazione energetica.
Molte religioni descrivono i loro profeti digiunare lunghi periodi prima di ottenere maggiori consapevolezze spirituali. Il Buddha stesso raggiunse l’Illuminazione dopo un digiuno, e Gesù, Mosè e Isaia digiunarono 40 giorni.
Il digiuno apporta nel corpo, nella mente e nello spirito cambiamenti profondi. Riporta l’individuo più vicino al centro del suo Sé.
Avvengono processi e cambiamenti interiori che la scienza ancora non riesce a spiegare del tutto. Viene attuato un reset profondo, su molti livelli. (…) Al di là delle implicazioni spirituali e di crescita personale, vediamo insieme perché tutti dovrebbero sottoporsi a periodici digiuni e a periodiche disintossicazioni.
Come ogni anno o ogni tot di chilometri portiamo l’automobile a fare il tagliando per prevenirne l’usura, lo stesso dovremmo farlo col nostro corpo: ma quanti di voi lo fanno? Anzi… quanti di voi ci hanno pensato?
Viviamo in un mondo tossico, inquinato, introduciamo ogni giorno sostanze che manco conosciamo, che nemmeno sappiamo che esistano, attraverso l’aria, il cibo, l‘acqua, e tutte queste sostanze entrano dentro di noi, transitano nei nostri tessuti e il nostro corpo ogni giorno si trova a smaltire un importante lavoro di smaltimento rifiuti. Questa è l’intossicazione esterna. In più ogni cellula del nostro organismo mangia, si nutre delle sostanze che apportiamo tramite il cibo, le metabolizza e poi “va alla toilette” espellendo i materiali di scarto fuori di lei, altrimenti ne rimarrebbe soffocata. Questa è l’intossicazione interna.
Non possiamo scampare né all’una né all’altra, e nel tempo i sistemi di eliminazione iniziano ad affaticarsi e così più tossine iniziano a sostare nel corpo, dando vita a un incremento dei radicali liberi, dell’infiammazione, dello stress ossidativo, dell’ipossia (mancanza di ossigeno a livello cellulare). In parole semplici le cose dentro di noi iniziano a funzionare meno bene e iniziano i problemi ponendo le basi di TUTTE, e dico TUTTE, le patologie.
Ogni patologia che conoscete origina sempre dagli stessi meccanismi, e si esprime in modi diversi a seconda dei tessuti o dei geni o dei meccanismi coinvolti.
Quindi possiamo iniziare a capire che la disintossicazione e il digiuno possono essere di enorme aiuto in chi è sano per preservare la salute, e deve essere posto al centro del percorso terapeutico chi è malato, e soprattutto nel MALATO CRONICO.
Vediamo perché.
Il digiuno è il mezzo che la Natura usa per liberare il corpo dai tessuti malati e dall’accumulo di tossine
Il digiuno è il nostro meccanismo interiore di autoriparazione.
Ai fini preventivi, sarebbe importante imparare a digiunare almeno per 7 giorni 2 volte all’anno, utilizzando acqua, ad esempio prima dell’inverno ed alla fine. Vicino o durante il solstizio d’inverno ed al periodo di Pasqua (equinozio di primavera).
Alle tecniche di digiuno prolungato bisogna avvicinarsi per gradi, per cui imparare a digiunare per 3 giorni è una prima fase. Anche mantenere poi gli effetti praticando un giorno di digiuno settimanale o programmare dei digiuni intermittenti è una buona abitudine salutare. Ripeto allo sfinimento di evitare il fai da te, soprattutto all’inizio. Fino a quando non siete padroni di come reagisce il vostro corpo e non avete sicurezza, è importante che vi facciate seguire da chi queste cose le approfondisce quotidianamente. D’altronde se io iniziassi a fare una cosa che non conosco o di cui sono poco pratica, all’inizio farei solo pasticci… quindi inizierei affiancandomi e facendomi seguire da chi quella cosa la conosce bene, per poi divenirne indipendente. E con la salute ancora di più, se ci sono patologie soprattutto. E questo lo sottolineo, perché di danni ne ho già visti.
Durante un digiuno l’organismo trae il proprio nutrimento dalle riserve interne (grassi, proteine, zuccheri) tramite il processo di AUTOLISI: il corpo inizia un processo di autodigestione intracellulare, digerendo i tessuti tramite gli enzimi prodotti dalle stesse cellule. È un meccanismo estremamente intelligente, presieduto da una vera e propria Intelligenza del corpo: i tessuti vengono utilizzati e consumati in ordine inverso rispetto alla loro importanza vitale.
Durante il primo giorno, venendo a mancare il combustibile, la benzina esterna (gli zuccheri) il corpo consuma le risorse di zucchero interno, nel sangue e nei depositi epatici di glicogeno. Nel giro di 24 ore queste riserve si esauriscono e il corpo entra in uno stato di chetosi, cioè inizia ad utilizzare i grassi e i loro metaboliti (corpi chetonici) come combustibile (e questo è il motivo per cui il digiuno è utile nel controllo del peso). Dato che solo la componente legata al glicerolo viene trasformata in zucchero, nei primi giorni il corpo fa affidamento alla neoglucogenesi (cioè alla produzione di zuccheri) a partenza proteica, poi quando tutte le cellule si sono abituate ai nuovi combustibili (corpi chetonici che derivano dai grassi e altro) il catabolismo proteico non serve più. E’ vero che il digiuno fa perdere massa muscolare? Come riporta il Dr. Cocca in un suo libro, in un convegno a Montecitorio sul digiuno la Dr.ssa F.W. De TOLEDO disse : “ …una certa diminuzione della massa muscolare può essere considerata come un adattamento al peso, che si riduce nel corso del digiuno. E’ come per gli uccelli migratori: alla partenza l’uccello è grasso e la sua massa adiposa è ipertrofica; quindi per volare necessita di una massa muscolare (soprattutto le ali) ipertrofica. In seguito, dato che vola per giorni digiunando, più il suo peso diminuisce più la sua muscolatura può ridursi, pur restando sufficiente per affrontare lo sforzo, che diminuisce per la perdita ponderale dell’uccello. La massa muscolare si adatta al nuovo peso dell’organismo”.
Durante il digiuno il corpo è a riposo, e tutte le energie in precedenza usate per la digestione e l’assimilazione possono essere dirette verso un unico scopo: l’eliminazione di ciò che è in surplus, di tossine, di tessuti anomali. A livello cellulare degli enzimi, chiamati lisosomi, aiutano a distruggere e digerire gli accrescimenti anomali, cisti, noduli, verruche, cellulite, edemi, trombi, placche vasali, etc.. e i materiali derivanti da questa autodigestione vengono utilizzati come cibo. Questo processo di autofagia cellulare si attiva solamente con la pratica del digiuno o attraverso la restrizione calorica, ed è il meccanismo che permette in modo naturale l’autoriparazione e la rigenerazione delle strutture corporee danneggiate dallo stress ossidativo, dall’invecchiamento.
Il corpo si ripulisce e, come in una casa durante le pulizie si aprono le finestre per far entrare aria nuova, a seguito di questi processi di pulizia le cellule sono più ossigenate e le loro funzioni ne escono migliorate.
Tutto questo meraviglioso processo viene guidato da una Forza Interna, dal nostro SISTEMA IMMUNITARIO che con incredibile ordine e meticolosità si attiva e sa esattamente cosa fare. E’ proprio nel nostro sistema immunitario che risiede il nostro potere di autoguarigione, la Vis Medicatrix Naturae di cui spesso si sente parlare.
Digiuni ben programmati e restrizione calorica si sono dimostrati efficaci nell’aumento del 30-40% della durata massima di vita negli animali, nel ritardare la comparsa delle malattie e nel ridurre la mortalità prematura.
Il legame tra la diminuzione calorica o il digiuno e la longevità degli organismi è dovuto ai processi di auto-pulizia e auto-disintossicazione delle cellule. Tutti gli organismi possono disintossicarsi e rigenerarsi digiunando. Lo fa il regno vegetale quando in inverno si mette a riposo e rallenta tutti i processi metabolici, e lo fanno molti animali che vanno in letargo o in ibernazione. In natura gli animali quando stanno male si mettono a riposo digiunando, e questo permette loro di riprendere le forze senza uso di farmaci.
Sempre secondo numerosi studi, il digiuno è risultato essere uno dei più potenti sistemi di prevenzione del cancro e delle patologie degenerative e neurodegenerative in genere.
Come poter infatti pensare che un singolo farmaco, un singolo principio attivo possa veramente accordare e ripristinare le migliaia di reazioni biologiche, biochimiche, fisiche, elettromagnetiche e chi più ne ha più ne metta che ogni millesimo di secondo vengono svolte in sinergia in tutto il corpo? Io me lo chiedo spesso. E penso che la macchina biologica sia la vera meraviglia della vita, in grado di fare molto più di ciò che al momento conosciamo. Il segreto sta nell’AIUTARLA A METTERSI NELLE CONDIZIONI IDEALI PER FUNZIONARE AL MEGLIO. E il digiuno è sicuramente uno dei mezzi da utilizzare a questo fine, sia in prevenzione che in patologia.
L’accumulo delle tossine dentro le cellule è in grado di modificare l’espressione genica, attivando o disattivando alcuni geni coinvolti nei meccanismi di riparazione cellulare.
Nel digiuno si smaltiscono questi carichi tossici intra e extracellulari, e in più avviene anche un fenomeno molto importante: i livelli di zinco nel sangue si innalzano. Questo meccanismo assolutamente unico, fa sì che vengano favoriti la riparazione, la cicatrizzazione dei tessuti, la sintesi di DNA nelle cellule difensive, la sintesi di collagene (importante per mantenere integro il connettivo e importantissimo per evitare metastatizzazioni tumorali), il metabolismo osseo, l’attività cerebrale, la capacità dei globuli rossi di legare l’ossigeno e quindi migliora l’ossigenazione generale del corpo, il funzionamento degli organi di senso.
Questo aumento di zinco è importantissimo e molto difficile da ottenere con altri mezzi, nemmeno con l’integrazione per os si ottiene un effetto simile.
L’autofagia è un processo naturale che il corpo utilizza per ripararsi, ed è regolato e modulato, attivato o represso da ormoni.
In particolare viene stimolato da bassi livelli di insulina e dalla presenza di glucagone, quindi è il pancreas l’organo preposto alla sua regolazione, che guarda caso nella medicina tradizionale cinese è posto proprio al centro, nell’elemento Terra, che gestisce e fa da regolatore degli altri elementi.. curiosa coincidenza…
Quindi quando mangiamo, attraverso la liberazione di insulina, le azioni riparative autofagiche nelle nostre cellule vengono inibite, mentre quando digiuniamo, grazie ai bassi livelli di insulina e all’azione del glucagone la rigenerazione cellulare viene stimolata. Questo meccanismo avviene quotidianamente durante i nostri ritmi di assunzione di cibo e di digiuno notturno, e possiamo modularli anche con l’alimentazione. Una dieta ricca di zuccheri e con molti picchi glicemici durante la giornata sposterà la bilancia di questo delicato meccanismo da una parte, mentre una alimentazione che mantiene i livelli glicemici più costanti li sposterà nella direzione opposta.
L’autofagia è un fine meccanismo in cui il corpo smantella le componenti cellulari danneggiate o logorate, elimina ciò che non serve più e con le parti utili ricostituisce nuove proteine, nuovi organelli intracellulari, praticamente si auto-ricicla digerendo parti di se stesso per crearne di nuove e più efficienti.
Io trovo tutto ciò di una meraviglia e di un fascino estremi.
Ci sono diversi tipi di autofagia conosciuti e studiati ad oggi.
1) MICROAUTOFAGIA in cui del materiale presente nel citoplasma della cellula viene portato all’interno di un organello intracellulare, il lisosoma, attraverso una autoinvaginazione della membrano lisosomiale, formando quindi una vescicola libera al suo interno, in cui poi avviene la demolizione di tale materiale attraverso gli enzimi idrolitici. Quindi qui il materiale citoplasmato viene internalizzato dal lisosoma stesso.
2) AUTOFAGIA MEDIATA DALLE PROTEINE “CHAPERONINE” in cui particolari proteine, le chaperonine appunto, legano a sé le proteine-bersaglio presenti nel citoplasma e le trasportano sui recettori presenti sulla membrana lisosomiale, i quali a seguito del legame internalizzano le proteine-bersaglio per procedere alla loro demolizione. A differenza del primo meccanismo, questa modalità porta alla degradazione selettiva di alcune strutture proteiche presenti nel citoplasma, e viene attivata solo a seguito di esposizione a composti tossici, di stress ossidativo (cioè aumentata presenza di radicali liberi) e di digiuno prolungato.
3) MACROAUTOFAGIA, in cui la cellula racchiude parte del citoplasma e le strutture da degradare (organelli interni, soprattutto mitocondri e perossisomi) all’interno di una vescicola (chiamata autofagosoma) e li trasporta ai lisosomi, ultima tappa del sistema demolitivo e di riciclo cellulare. La membrana dell’autofagosoma (in cui sono racchiusi i materiali da riciclare) e quella del lisosoma si fondono, e qui i vari elementi vengono metabolizzati, digeriti, smontati, ridotti nei loro componenti elementari, che vengono poi riutilizzati per dare origine a nuove strutture e nuovi organelli. Questo è tra i 3 il sistema maggiormente utilizzato dalla cellula, non è selettivo , e viene regolato nel suo corretto funzionamento da una ventina di geni.
Scopo dell’autofagia è il riciclo basale delle componenti cellulari danneggiate, logorate, invecchiate, e la PROTEOLISI AUTOFAGICA, cioè la demolizione di strutture proteiche interne per ottenere amminoacidi per fornire energia alla cellula in caso di emergenza nutrizionale ed energetica, ed è l’unico meccanismo che permette la degradazione e il rinnovamento di organuli intracellulari fondamentali per la salute cellulare: i mitocondri e i perossisomi.
La macroautofagia secondo studi sui ratti è attiva solo nelle prime fasi del digiuno, nelle prime 24 ore, e si presenta come la risposta del corpo alla fame delle cellule che si vedono deprivare dei nutrienti esterni di provenienza alimentare.
Il vero e proprio digiuno inizia dopo le prime 24 ore, in cui il corpo ha smaltito le sue scorte di zuccheri e inizia ad utilizzare per svolgere le sue funzioni i corpi chetonici che provengono dai grassi.
Quindi i digiuni di un giorno possiamo paragonarli come a una pausa metabolica, in cui gli organi digestivi vengono messi a riposo e il corpo sfrutta in maniera migliore i suoi normali meccanismi di degradazione e eliminazione.
Studi su restrizione calorica e digiuni periodici hanno portato alle medesime conclusioni: migliorano la salute, aiutano nella prevenzione di patologie e aumentano la longevità!
Questo si spiega anche con il fatto che a ben pensarci noi siamo nati per alternare periodi di digiuno a periodi in cui mangiamo. Solo negli ultimi 80 anni il benessere socio economico ci ha portati ad avere sempre a disposizione qualunque tipo di cibo e in qualunque momento e in qualsivoglia disponibilità. Cento anni fa non esistevano i supermercati, e i pasti erano molto frugali, e spesso capitava anche di dover digiunare. Si alternavano periodi di carestie a periodi di abbondanza.
Andando ancora indietro nel tempo i nostri antenati alternavano momenti di caccia grossa o di raccolta frutti e bacche con momenti in cui non vi era nulla a disposizione e saltavano il pasto.
Quindi possiamo ben capire come filogeneticamente i nostri corpi siano da sempre programmati ad alternare momenti di eccessi a momenti di magra in cui gli stessi eccessi venivano smaltiti.
Forse che proprio il non rispetto di questi ritmi millenari sia una delle cause di malattia?
Forse che proprio l’abuso di cibo, oltretutto molto spesso innaturale, sia la causa dei nostri mali?
Cosa assumere quindi durante un digiuno?
Nel vero digiuno si assume solo acqua viva e alcuni tipi di tisane. Non sono considerati digiuni, ma diete liquide, quei regimi che si avvalgono del consumo di succhi, estratti, brodi, che sebbene siano molto valide, in realtà più che digiuni sono regimi alimentari altamente disintossicanti e antiossidanti. A seconda della persona, del suo peso, delle eventuali patologie, a volte è più opportuno una dieta liquida che un digiuno. Se la persona è troppo debilitata o malnutrita o fortemente demineralizzata, intraprendere un digiuno può essere nocivo, dal momento che il corpo non possiede le riserve minerali e alcaline per far fronte all’enorme quantità di acidi e tossine che un regime a sola acqua libera. Tenere a mente questo aspetto lo considero assolutamente di primaria importanza.
Anche i regimi a base di succhi o brodi sono molto efficaci, ma anch’essi devono essere fatti bene, altrimenti i benefici possono trasformarsi in danni.
Ad esempio persone che soffrono il freddo, con un metabolismo definito ipoossidativo, potrebbero peggiorare il loro stato abusando di succhi, che apportano nel corpo un’energia fredda, di tipo Yin secondo la medicina cinese, mentre invece possono beneficiare di regimi a base di brodi, più Yang, che apportano calore. Raffreddando troppo il corpo si corre il rischio di rendere il sistema immunitario meno efficiente e di alterare il ciclo mestruale. E’ anche importante considerare il luogo in cui si vive e in quale periodo dell’anno ci si trova. I momenti più indicati per effettuare periodi di digiuno o disintossicazione con dieta liquida sono ai cambi di stagione, nei momenti di solstizio e di equinozio, e in luna calante. In questi momenti infatti il corpo naturalmente è già diretto dal clima, dal ritmo terrestre o dal ritmo lunare in un cambiamento, in un ritmo circadiano, mensile, annuale, che alterna fasi di accumulo a fasi di “lasciare andare”, in cui gli effetti del digiuno possono essere amplificati.
Il digiuno necessita di riposo, di astensione da ogni attività, di modo che tutte le energie possano essere dirette verso un unico scopo: la rigenerazione del corpo e delle energie nervose.
E’ una fase molto delicata e molto preziosa, tutti i sensi si affinano, tutto ciò che ci circonda viene percepito amplificato, per cui è molto importante stare in un ambiente quieto, in cui riposare e in cui anche a livello relazionale si è protetti. Si è infatti più sensibili ai suoni, ai toni di voce, alle parole, tutto viene percepito maggiormente perché i sensi, le percezioni, le emozioni, sono più intensi. Nutrirsi di materia rende i nostri corpi più densi.. interrompere la nutrizione rende i nostri corpi sottili più vibranti. La mente diviene più lucida, i nostri pensieri più chiari, la nostra forza di volontà incrementa, i sogni possono divenire più vividi, le nostre emozioni più intense.
Il digiuno apporta profondi cambiamenti metabolici, fisici, durante questo periodo il corpo passa da un metabolismo che si basa sugli zuccheri, a uno che si basa su corpi chetonici. Sappiamo bene che ogni variazione a livello del corpo fisico è indissolubilmente legata a un cambiamento anche nella nostra sfera psicologica, emozionale, spirituale. Corpo e mente: una unità indissolubile.
Il digiuno può essere un punto di inizio per fare un total mind-body reset, per dare alla vita una nuova direzione, per darsi nuove opportunità. E’ una tecnica che porta a una profonda crescita interiore, soprattutto se all’astensione dal cibo si abbinano pratiche specifiche (meditazioni, visualizzazioni, lavori interiori) .
Attraverso l’eliminazione delle scorie fisiche, avviene anche la liberazione delle scorie emotive di cui esse sono il substrato più denso. E se questo processo viene accompagnato e seguito da chi può aiutare su entrambi i piani, diviene un vero e proprio processo alchemico di trasformazione, una vera e propria rinascita.
I processi digestivi consumano circa il 70% delle energie disponibili. Durante il digiuno si crea quindi un 70% di surplus energetico in più , che se indirizzato correttamente apporta benefici psico-fisici inimmaginabili, rendendo tale momento una reale rivoluzione su tutti i piani.
Quindi… keep on changing.
Detox your Body, Detox your Mind, Improve your Health.
Dott.ssa Giacosa Federica
Medico olistico, medicina naturale, nutrizione,
idrocolonterapia, esperta in detox e digiunoterapia