Tecniche di respirazione sui blocchi energetici

Il respiro è un elemento del nostro stare nel mondo che spesso viene dato per scontato. Il modo in cui respiriamo è in genere inconsapevole e spontaneo. La respirazione naturale è libera, piena e fluente.

La respirazione può però deviare dal suo naturale fluire. Il respiro può venire alterato: diviene contratto e limitato da blocchi energetici e da meccanismi psicologici di difesa. Questi impediscono il flusso libero dell’energia all’interno del corpo, limitando la nostra vitalità e spontaneità.

Il Respiro Circolare è una semplice tecnica che agendo sul respiro agisce in senso inverso: libera il flusso energetico nel corpo e favorisce i processi integrativi della coscienza. Vediamo come accade tutto questo.

Cos’è il Respiro Circolare

Il Respiro Circolare è un potente strumento di purificazione psicofisica. La sua azione inizia dalla componente fisica dell’essere umano, e coinvolge poi in cascata tutto lo spettro delle sue dimensioni esistenziali: le emozioni, la mente e la consapevolezza.

La respirazione, effettuata in modo cosciente e circolare si riappropria della sua funzione naturale: il respiro è infatti uno strumento integrativo.

Gli elementi caratteristici di questa tecnica sono riassunti nel suo nome:

  • Respiro – è una tecnica basata sulla respirazione
  • Circolare – senza pause tra inspirazione ed espirazione, e tra espirazione e inspirazione

Oltre ad essere uno strumento di purificazione, il Respiro Circolare è una intensa pratica di consapevolezza. Il modo in cui viene usata l’attenzione durante le sedute implica un aumento della consapevolezza individuale.

La respirazione

Con il termine respirazione si intendono due processi: la respirazione esterna e la respirazione cellulare. Sono chiaramente collegate tra di loro ma si riferiscono a due processi distinti.

Per respirazione esterna si intende l’atto inspiratorio ed espiratorio alternato: l’immissione e l’espulsione meccanica dell’aria nei polmoni tramite la contrazione muscolare.

La respirazione cellulare si riferisce invece ai processi fisiologici di scambio di ossigeno tra i polmoni e le cellule, il consumo di ossigeno da parte delle cellule e la seguente espulsione di anidride carbonica. Questo processo metabolico avviene nelle cellule, da qui il termine respirazione cellulare.

La circolazione sanguina è il meccanismo di trasporto sia dell’ossigeno che dell’anidride carbonica.

L’atto respiratorio è meccanico, e si avvale quindi di una serie di muscoli per espletare la sua funzione. Il principale muscolo implicato nell’inspirazione è il diaframma, ma non è l’unico. L’inspirazione è supportata anche dai muscoli intercostali e dai muscoli sternocleidomastoidei.

L’espirazione è generalmente un fenomeno di tipo passivo. La gabbia toracica espansa dalla contrazione dei muscoli inspiratori torna al suo volume a riposo, lasciando uscire l’aria inspirata. Questa azione può anche essere supportata dall’azione dei muscoli espiratori, come gli intercostali e gli addominali. Questi intervengono ad esempio durante uno sforzo intenso, quando si rivela necessario uno scambio maggiore di aria nei polmoni.

La respirazione è una funzione semi-automatica. Può accadere in modo completamente automatico, regolata dai suoi meccanismi fisiologici autonomi. La sede di questo controllo è il tronco encefalico nel cervello.

La respirazione può anche essere diretta in modo volontario e consapevole. Cioè è possibile intervenire intenzionalmente per modificare il suo funzionamento spontaneo. È possibile accelerare il ritmo, la durata dell’inspirazione o dell’espirazione, o addirittura sospendere la respirazione, chiaramente entro un certo limite.

La respirazione ha dunque una funzione biologica, legata alla sopravvivenza del corpo fisico, e anche un forte intreccio con la psiche della persona. Proprio in questo legame risiede il potenziale integrativo del Respiro Circolare.

La mente

La mente e le emozioni influenzano il modo in cui respiriamo. Mettendo in azione i suoi meccanismi di difesa, la psiche modifica lo spontaneo fluire del respiro. Lo altera o lo blocca, a seconda della funzione di difesa messa in atto.

Le emozioni sono direttamente connesse all’alterazione del ritmo e dell’intensità della respirazione. La gioia rende il respiro profondo e rapido. La paura può bloccare o sospendere la respirazione, e così via. Esiste uno schema specifico di respirazione legato ad ogni vissuto emotivo.

 

Le emozioni

Le emozioni sono impulsi ad agire. La radice latina della parola emozione è il verbo moveo, cioè muovere, a cui viene aggiunto il prefisso e- (muoversi da), per indicare che in ogni emozione è implicita una tendenza ad agire. C’è un movimento energetico che tende ad agire con una finalità precisa.

Queste finalità hanno per l’essere umano tre funzioni, spesso sovrapposte tra di loro.

Sopravvivenza

Questi movimenti energetici servono a guidare il comportamento. Il piacere e il dolore sono associati ad emozioni corrispondenti.

L’evoluzione ci ha adattato nel corso dei millenni a direzionare il comportamento verso il piacere e ad allontanarci dal dolore. Ne andava della nostra sopravvivenza. In misura minore rispetto al passato, questo principio è valido tutt’ora. Le emozioni ci muovono verso dei comportamenti di avvicinamento o di allontanamento.

Comunicazione

La comunicazione non implica solamente l’aspetto verbale dello scambio di informazioni. Tramite le emozioni comunichiamo con gli altri.

Condividiamo uno specifico stato emozionale.

Integrazione

L’elemento che più ci interessa dal punto di vista della respirazione è la funzione integrativa delle emozioni.

L’interiorità dell’essere umano ha tre piani esistenziali interconnessi tra di loro in modo gerarchico:

  • Il sentire corporeo (senso somatico / biologico)
  • Le emozioni
  • La mente

Si tratta a tutti gli effetti di un continuum, cioè non sussiste una reale separazione tra questi aspetti. Gli ultimi studi in questo campo infatti fanno riferimento alla “mente incorporata”, cioè al fatto che la mente sia fortemente radicata a livello corporeo.

Seppure continui, questi piani sono però qualitativamente distinti: hanno caratteristiche diverse tra di loro. Per questo motivo è utile differenziarli.

A livello gerarchico le emozioni stanno nel mezzo tra il sentire somatico e il livello mentale. Questa posizione mediana riflette la loro funzione integrativa.

La funzione delle emozioni è quella di guidare gli schemi di energia e di informazioni all’interno della coscienza per essere integrati in una complessità sempre più differenziata e interconnessa.

Questo accade in modo spontaneo quando il movimento energetico/emozionale fluisce dal basso verso l’alto (bottom-up) nella scala gerarchica:

senso somatico → emozioni → mente

La mente può arrestare questo flusso spontaneo, intervenendo in senso inverso, dall’alto verso il basso (top-down), bloccando o deviando il fluire del movimento energetico all’interno del corpo:

senso somatico → emozioni ← mente 

Spinto all’estremo questo meccanismo si spinge fino al sentire corporeo:

senso somatico ← emozioni ← mente

La persona in questo caso è dissociata dal proprio corpo. Non lo sente più. Non sente più la propria vitalità, e l’energia vitale viene soffocata sul nascere. La persona si trova in una prigione mentale, sconnessa dal proprio sentire.

Perché accade questo? I motivi possono essere molti. Può accadere quando l’intensità del movimento energetico è troppo elevata per essere sostenuta, cioè risulta sopraffacente. Questo è vero sia per quanto riguarda il piacere che per quanto riguarda il dolore. Soprattutto quest’ultimo viene generalmente resistito. La resistenza viene messa in atto smorzando il flusso energetico all’interno del corpo.

Un altro motivo per cui interviene questo meccanismo repressivo emozionale è la regolazione sociale delle emozioni.

Nel nostro processo educativo veniamo “istruiti” su quali impulsi è corretto manifestare e quali reprimere. Ad esempio un bambino che prova l’impulso rabbioso di spaccare il giocattolo viene generalmente bloccato. Può diventare una repressione imposta dall’esterno di un’emozione (non è un processo lineare: dipende chiaramente da come viene fermato). Il bambino impara poi ad interiorizzare questo meccanismo per ottenere l’affetto dei genitori. Ben presto questo diventa uno schema emozionale.

Come viene messo in atto questo schema?

Tramite l’alterazione del respiro.

Questo è l’aspetto che ci interessa ai fini del Respiro Circolare. Bloccando il respiro si blocca il flusso energetico all’interno del corpo. L’emozione viene contenuta. O per meglio dire, viene congelata nel corpo. Con la conseguente mancata integrazione di quel particolare vissuto.

Emozioni primarie

 

Apprendimento emozionale

Avviene un vero e proprio apprendimento emozionale. Il Sistema Nervoso cabla i suoi circuiti in base a degli schemi specifici

La gerarchia senso corporeo → emozioni → mente è riflessa nell’architettura del sistema nervoso. Senza entrare nel dettaglio si può fare riferimento alla triplice gerarchia del cervello:

  • tronco encefalico
  • sistema limbico
  • neocorteccia

Come è risaputo dagli studi sulla neuroplasticità, le scariche neurali ripetute si rinforzano. Gli schemi di scarica diventano cioè una via preferenziale per le scariche successive.

Tradotto in pratica: il rapporto tra la mente, le emozioni e il corpo diviene incistato in una struttura. Proprio perché l’alterazione delle emozioni avviene tramite la modifica dello schema del respiro, il modo in cui respiriamo diviene il riflesso di questa struttura.

Pur essendo ogni vissuto emotivo altamente soggettivo, gli schemi di respirazione sono universali. Appartengono all’essere umano.

Sono stati evidenziati tre schemi generali di respirazione che deviano il flusso respiratorio dal suo schema spontaneo.

Respirazione muscolare

È caratterizzata da rigidità nella parte superiore del dorso e del collo, con una tendenza ad espandere il torace. Questo modo di respirare è generato da un atteggiamento mentale di chi trattiene, di chi non lascia uscire, non si permette di emozionarsi per la paura di perdere il controllo.

Respirazione intestinale

Normalmente durante l’inspirazione l’addome si rilassa e si espande. In questo schema di respirazione invece l’addome si contrae. Questo riflette il volere trattenere sensazioni intestinali dolorose.

Respirazione uterina

Indica una modalità respiratoria minima, impercettibile. È segno di inibizione generale sia della funzione biologica che di quella psicologica.

La persona che ha questa alterazione del respiro sente di non avere il diritto di esistere, per questo riduce al minimo la funzione primaria della vita dell’organismo, il respiro. Viene chiamata respirazione uterina perché esprime il desiderio di voler tornare nell’utero materno.

Le emozioni primarie e la respirazione

I nostri vissuti emozionali hanno un ampio spettro. La nostra vita viene colorata dalla gamma di emozioni che proviamo quotidianamente. Le emozioni possono essere distinte in due grosse categorie: le emozioni primarie, basilari, e quelle complesse, che risultano più articolate, plasmate da un’elaborazione cognitiva più strutturata.

Le emozioni primarie sono universali, cioè appartengono all’essere umano, indipendentemente dal condizionamento culturale specifico. Le emozioni complesse invece possono risentire dell’apprendimento sociale.

Ai fini del nostro studio ci concentreremo sulle emozioni primarie, e del loro legame con la respirazione.

Rabbia

Quando siamo arrabbiati il sangue affluisce alle mani e questo rende più facile afferrare sferrare un pugno e difenderci. La frequenza cardiaca aumenta e parte una scarica di ormoni,tra cui l’adrenalina, per generare una quantità di energia sufficiente a permettere un’azione di risposta. La rabbia provoca una accelerazione del respiro. Il respiro diventa più rapido per mobilitare più energia da investire nell’azione.

Paura

La paura fa confluire il sangue verso i grandi muscoli del corpo, Come quelli delle gambe. Questo serve a rendere più facile la fuga. Il volto diventa pallido proprio perché non riceve l’irrorazione sanguigna normale. Contemporaneamente il corpo si immobilizza, si congela per valutare la situazione. Anche qui vengono rilasciati una quantità di ormoni allo scopo di generare uno stato di allerta, di preparazione all’azione. L’attenzione si fissa sulla minaccia per valutare quale sia la risposta migliore. La respirazione quando abbiamo paura si blocca, proprio per sospendere l’azione e valutare.

Se la paura sfocia nel panico, il respiro si fa rapido e poco profondo.

Felicità

L’emozione della gioia aumenta la disponibilità di energia. Questa emozione fornisce all’organismo un senso di riposo generalizzato, e lo rende disponibile ed entusiasta nei riguardi di qualunque compito esso debba intraprendere. Il respiro è fluido, spontaneo, pieno.

Sorpresa

L’espressione tipica della sorpresa innalzamento delle sopracciglia. Questo serve avere una visuale più ampia per fare arrivare più luce negli occhi. Questo permette di fare arrivare un maggior numero di informazioni all’apparato visivo, per comprendere meglio l’evento inatteso.

Il respiro nell’emozione della sorpresa tende a compiere una forte inspirazione, sempre per fare entrare un numero elevato di informazioni, e poi a restare sospesa a polmoni pieni, per valutare ciò che ha provocato la sorpresa.

Disgusto

L’espressione facciale del disgusto indica il tentativo primordiale di chiudere le narici colpite da un odore nocivo o di sputare un cibo velenoso. La respirazione è spinta verso un gesto deciso di espirazione, proprio per non immettere nei polmoni il gusto sgradevole che si sta sentendo.

Tristezza

La tristezza ha la funzione di farci adeguare ad una perdita. Implica una caduta di energia e di entusiasmo verso le attività della vita. Il metabolismo rallenta. La chiusura in sé stessi che accompagna la tristezza ci dà la possibilità di elaborare e di comprendere le conseguenze degli eventi che hanno scatenato questo vissuto emotivo. La respirazione riflette la bassa attivazione energetica. I respiri diventano sospiri. L’inspirazione è minima: si lascia entrare pochissima aria. È il riflesso dell’atteggiamento verso la vita: non si lascia entrare la vitalità.

Amore

Non si tratta di un’emozione primaria, ma merita di essere menzionato qui perché è caratterizzato da degli schemi di respirazione specifici. I sentimenti di tenerezza e la soddisfazione sessuale comportano il risveglio del sistema parasimpatico. Si tratta di una risposta di rilassamento che interessa tutto l’organismo e induce uno stato generale di calma e di soddisfazione.

Nello stato di piacere la respirazione è lenta e profonda. Se eccitazione diventa godimento ed estasi, come nell’orgasmo, la respirazione diventa molto rapida ma anche molto profonda. È la risposta alla piacevole eccitazione dell’intensa scarica sessuale.

Bioenergetica

Lo stretto legame tra l’energia vitale, il respiro e le emozioni è stato ampiamente studiato dalla bioenergetica, una disciplina che pone come obiettivo quello di ripristinare il normale flusso energetico all’interno dell’organismo umano.

La bioenergetica ha compreso chiaramente come avviene la repressione degli impulsi emozionali.

L’irrigidimento muscolare porta a una desensibilizzazione della parte interessata. Blocca l’impulso e congela il sentire. In questo modo l’irrigidimento contiene sia la storia passata del blocco che il significato originale.

Gli esercizi bioenergetici hanno proprio il fine di sciogliere questi blocchi e ripristinare il libero fluire dell’energia vitale. Sbloccando le contratture muscolari cronicizzate si liberano anche i significati e le memorie originali.

Nel Respiro Cosciente Circolare non si agisce in modo mirato su blocchi specifici. La tecnica di respirazione scioglie in modo naturale i blocchi e l’intelligenza corporea guida il processo. Trovo comunque utile citare la bioenergetica in questo articolo perché permette di comprendere la struttura delle resistenze.

Le resistenze hanno lo scopo di bloccare l’energia vitale. La somma delle resistenze porta ad una alterazione dell’immagine corporea e della postura.

Sommando tutti blocchi e le resistenze si delinea quella che è definita armatura caratteriale. Nel corpo si struttura una configurazione che riflette la struttura psicologica della persona. È la cosiddetta corazza psicosomatica.

Si è visto che l’essere umano ha dei segmenti specifici in cui si manifestano i blocchi. Questi sono sette e sono definiti anelli o segmenti.

Si è visto che l’essere umano ha dei segmenti specifici in cui si manifestano i blocchi. Questi sono sette e sono definiti anelli o segmenti.

  • Il segmento oculare. I muscoli oculari, della palpebre e della fronte appaiono fissi e bloccati, un’immobilità che reprime l’espressività, la paura, la rabbia e il pianto.
  • Il segmento orale. In quest’area vengono trattenuti e inibiti il pianto, le urla, il desiderio e la richiesta di suzione e nutrimento.
  • Il segmento cervicale. La contrazione spastica di questo segmento che comprende collo e lingua crea un distacco dal resto del corpo. Controllo della testa-mente su corpo-sensazioni.
  • Il segmento toracico. L’immobilità del torace, delle spalle e delle braccia, il blocco e la superficialità del respiro trattengono dentro desideri, conflitti e frustrazioni, inibiscono il protendersi e l’abbraccio. Corrisponde caratterialmente all’autocontrollo e al ritiro emozionale.
  • Il segmento diaframmatico. Sede di istinto e passione. Il blocco del diaframma impedisce l’espansione e il movimento ondulatorio del respiro verso l’alto.
  • Il segmento addominale. Sede di emozioni viscerali e fonte di tenerezza, apertura, desiderio, del piacere e del riso. L’addome e l’intestino subiscono ansia, stress e somatizzazioni.
  • Il segmento pelvico. Il bacino rigido e senza vita impedisce il fluire dell’energia sessuale e il percepire la sensualità e l’eccitazione. Le rigidità sono effetto e causa dell’angoscia del piacere e di sentimenti rabbiosi.

Agire sulla  respirazione si rivela la via più rapida per ripristinare il naturale flusso dell’energia vitale nel corpo. Respirando in modo circolare e cosciente si riattivano i vissuti emotivi collegati ai blocchi nei vari segmenti. Generalmente gli sblocchi avvengono in ordine inverso rispetto alla loro formazione, anche se il processo non è certamente lineare.

  • Il segmento oculare. I muscoli oculari, della palpebre e della fronte appaiono fissi e bloccati, un’immobilità che reprime l’espressività, la paura, la rabbia e il pianto.
  • Il segmento orale. In quest’area vengono trattenuti e inibiti il pianto, le urla, il desiderio e la richiesta di suzione e nutrimento.
  • Il segmento cervicale. La contrazione spastica di questo segmento che comprende collo e lingua crea un distacco dal resto del corpo. Controllo della testa-mente su corpo-sensazioni.
  • Il segmento toracico. L’immobilità del torace, delle spalle e delle braccia, il blocco e la superficialità del respiro trattengono dentro desideri, conflitti e frustrazioni, inibiscono il protendersi e l’abbraccio. Corrisponde caratterialmente all’autocontrollo e al ritiro emozionale.
  • Il segmento diaframmatico. Sede di istinto e passione. Il blocco del diaframma impedisce l’espansione e il movimento ondulatorio del respiro verso l’alto.
  • Il segmento addominale. Sede di emozioni viscerali e fonte di tenerezza, apertura, desiderio, del piacere e del riso. L’addome e l’intestino subiscono ansia, stress e somatizzazioni.
  • Il segmento pelvico. Il bacino rigido e senza vita impedisce il fluire dell’energia sessuale e il percepire la sensualità e l’eccitazione. Le rigidità sono effetto e causa dell’angoscia del piacere e di sentimenti rabbiosi.

Agire sulla  respirazione si rivela la via più rapida per ripristinare il naturale flusso dell’energia vitale nel corpo. Respirando in modo circolare e cosciente si riattivano i vissuti emotivi collegati ai blocchi nei vari segmenti. Generalmente gli sblocchi avvengono in ordine inverso rispetto alla loro formazione, anche se il processo non è certamente lineare.

 

Come funziona una seduta di Respiro Circolare

Vediamo ora come funziona in pratica una seduta di Respiro Circolare.

Specifico innanzitutto che è necessario essere seguiti da una persona adeguatamente preparata che abbia innanzitutto una grande esperienza personale con il Respiro Circolare. Come per ogni disciplina in cui ci si affida ad un conduttore, la pratica personale è fondamentale.

Provare il Respiro Circolare da soli è sconsigliato, soprattutto all’inizio. Con anni di esperienza alle spalle è possibile anche procedere per conto proprio. Questo è proprio l’obiettivo di essere seguiti da una persona competente: fare in modo di diventare, nel tempo, autonomi.

La seduta ha una fase preparatoria, la fase del respiro circolare vero e proprio, e una fase conclusiva. Vediamole una per una.

Preparazione

La fase di preparazione consiste nell’introdurre il praticante alla seduta. Gli viene spiegata la tecnica di respirazione e quello che potrebbe accadere. Nell’ottica di intervenire il meno possibile durante la fase attiva, il conduttore cerca di dare tutte le informazioni che servono per praticare al meglio.

Il Respiro Circolare Cosciente viene praticato generalmente in posizione supina, con gli occhi chiusi. Su un comodo materassino, in un ambiente sufficientemente caldo e protetto da possibili interferenze.

Il conduttore guida il partecipante (o i partecipanti se si tratta di una seduta di gruppo) in un breve rilassamento. Si procede a rilassare il corpo per predisporlo al meglio alla seduta di Respiro Circolare. Si segue un semplice e breve protocollo di training autogeno.

Nel complesso questa fase dura 10-15 minuti

Svolgimento

Dopo il rilassamento inizia la seduta vera e propria. Il partecipante inizia a respirare in modo circolare e cosciente.

All’inizio viene data l’indicazione di prendere un grosso volume d’aria, proprio per innescare fin da subito tutti i processi energetici/emotivi del Respiro Circolare. Si da anche l’indicazione di respirare fino a riempire la parte alta dei polmoni, cioè fino ad utilizzare la respirazione clavicolare.

Dopo una fase iniziale di questo tipo il respiro entra generalmente in un ritmo circolare spontaneo. In sostanza si autoregola, sia per quanto riguarda il ritmo e il volume, e anche la durata della seduta.

Questa può essere determinata in anticipo da chi conduce, oppure può essere determinata in tempo reale in base all’andamento della seduta.

Il ciclo di una seduta si apre e si chiude in modo spontaneo. Il partecipante sente di aver concluso. La modalità con tempistica fissa è chiaramente più adatta nel caso la seduta  si svolga in gruppo. La modalità libera invece è più indicata nel caso di seduta singola.

Generalmente la fase attiva di Respiro Circolare Cosciente dura dai 45 minuti all’ora e mezza. Ci possono essere comunque eccezioni, i tempi non sono vincolanti.

Conclusione

Finita la fase attiva della seduta il partecipante entra generalmente in uno stato di rilassamento spontaneo. Ritornando respirare in modo “normale” il corpo si acquieta e si rilassa. C’è una piacevole sensazione di pulizia energetica. Le emozioni e l’energia sono quiete.

Il rilassamento può essere facilitato dalla musica adatta al fine di rilassare.

Finita la fase di rilassamento si passa ad una breve e spontanea condivisione del vissuto della seduta con il conduttore o con il gruppo. La comunicazione permette di divenire consapevoli dell’esperienza appena vissuta e di integrarla al meglio.

Nell’insieme anche questa fase dura circa mezz’ora.

In totale dunque una seduta di Respiro Circolare dura circa un’ora e mezza.

La tecnica del Respiro Circolare

La tecnica del Respiro Circolare è semplice. Il fatto che sia semplice la rende accessibile ad un ampio numero di persone. La sua semplicità non deve però trarre in inganno: è altamente efficace e potente

Respiro Circolare

Il primo elemento della tecnica è la circolarità del respiro. Circolare significa senza pause tra l’inspirazione e l’espirazione, e tra l’espirazione e l’inspirazione seguente. Si crea uno schema di respirazione connesso, senza alcuna interruzione. Circolare appunto.

L’accento viene posto sull’inspirazione volontaria. L’espirazione avviene in modo spontaneo tramite il ritorno elastico dei muscoli inspiratori. Forzare l’uscita dell’aria nella fase di espirazione è un errore della tecnica, e provoca dei fastidiosi effetti che vedremo meglio dopo.

Il respiro è completo, non solo addominale o solo toracico.

Si respira generalmente dalla bocca, con la bocca socchiusa. Si inspira con la bocca e si espira sempre con la bocca. Questo permette di immettere nei polmoni un grosso volume d’aria.

Nella fasi più avanzate può accadere di respirare tramite il naso. Si tratta di un respiro più sottile, più tenue e apre a stati di profondo raccoglimento in sé. Questo è consentito, sempre mantenendo la circolarità del respiro e l’utilizzo del naso sia in fase di inspirazione che di espirazione.

Il principio da seguire è: se si inspira con la bocca si espira con la bocca. Se si inspira con il naso si espira con il naso. Non si alternano bocca e naso nello stesso ciclo respiratorio.

Il respiro deve essere fluido e spontaneo. Può variare per volume di aria immessa, per la velocità dell’atto respiratorio, per la zona corporea interessata: polmoni inferiori, medi o superiori. Non esistono schemi prefissati, il modo di respirare si autoregola in base all’integrazione e al vissuto emotivo attivo in quel momento nel partecipante.

Come principio generico si può dire che la respirazione veloce aiuta a mantenere il contatto con il corpo, mentre la respirazione profonda e lenta invece tende a dissolvere la consapevolezza del corpo e a integrare antichi schemi energetici.

Ritmo pieno e lento

È il ritmo ideale per iniziare la seduta. Avviene spontaneamente quando si è integrato uno schema energetico e inizia l’integrazione dello schema seguente. L’ampiezza del volume d’aria permette di prendere una maggiore consapevolezza dello schema energetico, mentre il ritmo lento agisce distendendo il soggetto e lo predispone al rilassamento e alla concentrazione.

Ritmo veloce e superficiale

Si tratta di un ritmo che permette l’emergere di uno schema energetico e mentale. La respirazione superficiale e rapida permette di affrontare meglio l’afflusso intenso dell’energia e delle relative cariche emotive che si liberano.

Ritmo veloce profondo

Avviene in modo spontaneo quando c’è la tendenza ad abbandonare la consapevolezza del corpo. Oppure quando stanno sopraggiungendo stati di sonnolenza.

Respiro cosciente

Oltre ad essere circolare, il respiro è cosciente, cioè consapevole. Significa che mentre si respira l’attenzione viene posta a Chi respira.

Il respiro fa emergere una serie di stimoli, anche piuttosto forti. Di fronte a questi stimoli l’attenzione viene direzionata solitamente verso quello che si sente: all’oggetto che appare. Quello che viene richiesto dalla tecnica del respiro circolare cosciente è di porre l’attenzione al soggetto percepente, all’io che percepisce.

In questo modo si attua un discriminazione tra lo stimolo, l’oggetto percepito, e il soggetto che lo percepisce. È un processo importantissimo perché permette la reale integrazione dei contenuti emergenti.

L’atteggiamento è quello di apertura a tutto ciò che arriva. Ci si ancora al respiro, si tiene l’attenzione su di sé, e si lascia andare il controllo rispetto a quello che emerge, piacevole o spiacevole che sia, senza alcun giudizio.

Difetti nella tecnica del respiro circolare

Quando la tecnica viene eseguita correttamente, il respiro è fluido naturale. Può accadere che il praticante metta in atto delle distorsioni nel respiro circolare.

Potrebbe essere una inspirazione molto forzata, segno di una tensione eccessiva che irrigidisce il corpo. Il respiro perde la sua spontaneità. La persona è impegnata completamente nell’atto inspiratorio e non riesce ad arrendersi al respiro.

Al contrario potrebbe manifestare una inspirazione superficiale e poco profonda. Si crea una condizione opposta a quella desiderata: vogliamo immettere tanta aria, e invece in questo caso la persona espelle più aria di quella che immette. Il processo del Respiro Circolare non si innesca in modo adeguato.

L’espirazione potrebbe essere trattenuta. Invece di lasciare uscire spontaneamente l’aria la persona trattiene. È un segno di paura e di tensione.

Al contrario è l’espirazione forzata. C’è il tentativo di espellere le sensazioni che si stanno provando. A livello energetico si vuole “buttare fuori” quel sentire percepito come sgradevole. Una foratura nell’espirazione provoca uno scompenso respiratorio che genera fastidiose tetanie.

Se il praticante fa delle pause, sia a polmoni pieni che polmoni vuoti, non sta respirando in modo circolare. Il processo del Respiro Circolare non si innesca. C’è una paura generale legata al perdere il controllo.

Un altro difetto nella tecnica è quello dell’addormentamento. Spesso durante la fase di rilassamento (ma non solo), la persona si addormenta. Potrebbe essere un semplice bisogno fisiologico, dovuto ad una stanchezza arretrata. Oppure potrebbe essere un meccanismo di difesa che tende a far scivolare la persona nell’incoscienza, sempre con l’intenzione di scappare da sensazioni spiacevoli innescate dal Respiro Circolare.

Quante sedute di Respiro Circolare?

Generalmente un ciclo di Respiro Circolare ha una durata limitata nel tempo. Dura 10 sedute, individuali o di gruppo, con cadenza settimanale. Questo permette di integrare gran parte degli schemi energetici e di purificare la struttura psicofisica.

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Non più a pulire la struttura psicofisica, ma a costruire qualcosa con la struttura sufficientemente purificata. Chiaramente a queste indicazioni si applicano un’infinità di sfumature individuali. Ogni caso è specifico e va trattato come tale.

È prassi comune tenere nel tempo una pratica di mantenimento, di continuità. A cadenza mensile o anche bimestrale. Generalmente viene regolata al bisogno e a volte anche portata avanti in modo individuale.

Il ruolo del conduttore

Il ruolo di chi conduce potrebbe apparire ad un occhio inesperto come secondario. In realtà è determinante per l’esito costruttivo della seduta. Il conduttore oltre a dare le indicazioni iniziali verifica il corretto svolgimento della tecnica, dando eventualmente indicazioni nella correzione in positivo. L’intenzione è quella di intervenire il meno possibile, ma in caso di bisogno l’intervento è immediato e funzionale anche alla salvaguardia del praticante.

L’attenzione del conduttore tiene il partecipante. Nell’affrontare il vissuto emergente la persona non si trova da sola. Le due attenzioni si sommano, e permettono il reale sfondamento delle resistenze. L’attenzione, pur essendo non fisica, ha un peso specifico rilevante.

A fine seduta aiuta la persona la integrare il vissuto, ascoltando ed eventualmente anche ponendo delle domande che tengono l’attenzione del partecipante su quanto emerso.

Come scegliere un buon conduttore di Respiro Circolare? Il consiglio che sento di dare è quello di scegliere in base al proprio sentire iniziale, e poi verificare alla prima e seconda seduta.

In una sessione di Respiro Circolare bisogna affidarsi. Ci vuole un buon feeling iniziale con la persona che condurrà il respiro, altrimenti non riuscirai a lasciarti andare fino in fondo.

Verifica che il conduttore intervenga il meno possibile, cioè solo in caso di reale bisogno. Il suo ruolo dovrebbe essere non interventista. Esistono una serie di conduttori che hanno la tendenza a guidare la seduta, a intervenire per portare il praticante dove ritengono giusto.

La vera guida nel Respiro Circolare è il respiro. È il respiro che guida la seduta, che ti porta esattamente dove dovresti andare per integrare quello che hai bisogno in quel momento. Abbiamo un’intelligenza corporea/energetica altamente spiccata, dobbiamo solamente attenerci alla tecnica e lasciare che il respiro faccia quello che deve.

È importante anche che il conduttore si impegni attivamente per rompere la relazione transferale che viene generalmente a crearsi in questi tipi di setting. Cioè che si impegni per renderti indipendente nella pratica. La relazione con il conduttore non deve essere di dipendenza, ma di sostegno a tempo determinato. Specifico questo punto perché purtroppo può accadere esattamente il contrario.

Cosa accade durante una seduta di Respiro Circolare?

Purificazione

Più del 70% delle tossine sono espulse dal nostro corpo tramite la respirazione. Il restante viene espulso tramite il sudore, le feci e le urine. Il respiro si rivela dunque la via preferenziale per la purificazione fisica.

In una seduta di Respiro Cosciente Circolare inneschiamo un profondo processo di purificazione corporea. Ma non solo. La tecnica di respirazione purifica la struttura psicofisica nella sua globalità. Significa che purificheremo, oltre al corpo, anche le emozioni e la mente.

Diamo innanzitutto una definizione: che cos’è una tossina? Che cosa vuole dire purificare?

Una tossina è qualcosa che interferisce con il normale funzionamento dell’organo o funzione a cui ci stiamo riferendo.

Una tossina fisica è una sostanza che si è accumulata nel corpo, perché esso non è stato in grado di smaltirla quando è stata immessa nell’organismo.

Una tossina emozionale è un’emozione congelata, bloccata a livello energetico/somatico secondo lo schema che abbiamo visto prima.

Una tossina mentale è un qualsiasi schema di pensiero rigido. La funzione mentale umana è per sua natura flessibile. Uno schema di pensiero fisso è una tossina mentale, perché ne ostacola il suo normale funzionamento.

Dalla definizione di tossina, si rivela in modo speculare quella di purezza. Una cosa è pura nel grado in cui il suo funzionamento non riceve interferenze, è libero da ostruzioni.

Il Respiro Circolare si rivela una potente tecnica di purificazione fisica, emozionale e mentale.

La purificazione avviene o tramite espulsione della tossina presente, oppure nell’integrazione energetica di quella parte non integrata.

Tramite il respiro si espellono dall’organismo le tossine fisiche. Tramite il forte movimento integrativo generato a livello emozionale si sciolgono le resistenze fisiche, i blocchi energetici, si sciolgono le ansie e le paure, si integrano a livello mentale gli schemi di pensiero fisso e le proprie parti non integrate.

La rapidità con cui queste tossine vengono espulse è stupefacente. Blocchi energetici antichissimi si sciolgono nel giro di poche sedute. La persona si riappropria della propria vitalità: tolte le tossine che impedivano il naturale fluire dell’energia vitale, questa ricomincia a scorrere. Il corpo ritorna sano e vitale, il sentire emozionale si amplifica e la mente torna ad essere libera da rigidità antiche aprendosi al nuovo.

La fisiologia del Respiro Circolare

Tramite la tecnica del Respiro Circolare a livello fisico andiamo a provocare una serie di variazioni metaboliche significative. Queste perdurano per la durata della seduta, poi l’organismo si riassetta sul suo funzionamento ordinario. Specifichiamo subito che si tratta di processi completamente sicuri. Non ci sono conseguenze fisiche negative, sebbene l’intensità di ciò che accade a livello fisico, soprattutto le prime sedute, a volte può far pensare il contrario.

Quello che accade in una seduta di Respiro Circolare va ben oltre questa modificazione fisiologica, ma è utile avere un quadro generale di quello che accade a livello fisico. Una maggior conoscenza dei processi in atto è utile per essere più sereni nel vivere la seduta.

Vediamo a grandi linee cosa accade durante il Respiro Circolare.

La frequenza degli atti respiratori è generalmente regolata in modo autonomo da dei meccanismi che tendono a mantenere una quantità di anidride carbonica espulsa tramite la respirazione tale da bilanciare il pH del sangue.

Il pH è una misura che si riferisce all’acidità o all’alcalinità del sangue.

Questa deve restare entro dei parametri molto stretti, per garantire la sopravvivenza dell’organismo. Per essere precisi questo valore deve essere di 7,40. Il corpo umano agisce tramite dei dispositivi tampone per mantenere costante questo valore, che è leggermente spostato verso l’alcalinità.

Alterando la frequenza respiratoria aumentiamo la quantità di anidride carbonica espulsa. Questo provoca una variazione del pH sanguino. Il sangue tende a diventare più alcalino. Accade quella che viene definita alcalosi respiratoria.

A cascata l’alcalosi comporta una riduzione della concentrazione di calcio nel sangue, definita in termini tecnici ipocalcemia.

Il calcio ha un ruolo determinante nella trasmissione degli impulsi del sistema nervoso. Una diminuzione della concentrazione del calcio provoca una ipereccitabilità dei neuroni e delle fibre muscolari. Significa che si attivano anche in presenza di uno stimolo che normalmente non viene registrato.

Questo è l’elemento che più ci interessa riguardo l’integrazione delle rigidità muscolari e dei blocchi emotivi.

Al momento di “costruzione” dei blocchi, il Sistema Nervoso ha messo in atto una resistenza nei confronti di un sentire, che in quel momento non era tollerabile. Gradualmente il Sistema Nervoso si è abituato a mantenere attiva quella resistenza. Si dice proprio così: l’abituazione è un fenomeno noto da tempo.

Il Sistema Nervoso in poche parole non rileva più che sta tenendo attivo quel blocco. Lo tieniamo comunque attivo, e questo consuma energia, ma non ce ne rendiamo conto perché questo è andato “sottosoglia”, ovvero sotto la soglia in cui ci si può accorgere consapevolmente.

L’ipereccitabilità del Sistema Nervoso provocata dall’ipocalcemia fa sì che tutti questi stimoli sottosoglia vengano nuovamente a galla. Ecco spiegato il riaffiorare dei blocchi fisici ed energetici. Si scioglie l’abituazione del Sistema Nervoso nei confronti dei blocchi, ed emergono con tutta la resistenza ad essi associati. Emergono e vengono finalmente integrati tramite il respiro.

L’ipereccitabilità del respiro fa emergere inizialmente una serie di sensazioni di formicolio pervasivo. Si sente il corpo pervaso da una “corrente elettrica” a volte piacevole e a volte talmente forte da essere spiacevole. Questo formicolio ha un termine tecnico: si chiama parestesia. Per effetto della parestesia si può avvertire anche la propria immagine corporea deformata, con dei segmenti corporei più grossi di altri, o più sensibili o più doloranti.

Sempre per lo stesso fenomeno di ipereccitabilità può avvenire il fenomeno della tetania muscolare. I muscoli che generalmente a riposo non sono contratti, si contraggono anche in presenza dello stimolo a riposo, proprio perché sono più facilmente eccitabili.

La tetania muscolare può essere fastidiosa e a volte anche dolorosa. Si sentono alcuni muscoli contratti oltremisura e non si riesce ad intervenire per sciogliere questa contrazione. Se dovesse verificarsi questo fenomeno, è utile ricordarsi che tutto torna alla normalità nel momento in cui si smette di respirare in modo circolare. Dopo poco la tetania scompare. Generalmente la tetania si concentra in alcuni specifici gruppi muscolari: mani, bocca, gambe.

In questo paragrafo voglio concentrarmi sull’aspetto fisiologico del Respiro Circolare, però è necessario specificare un fenomeno tipico del Respiro Cosciente Circolare, che va oltre la biochimica fin qui esposta. La tetania scompare nel momento in cui la persona integra la resistenza che la tiene attiva.

Sciolto il blocco energetico, integrata la resistenza verso quel particolare sentire, localizzato in quell’arto specifico, la tetania si scioglie. Non solo per quella seduta, ma anche per le sedute seguenti. Non torna più.

Questo fenomeno è peculiare e affascinante. Va oltre ogni spiegazione biochimica.

La fisiologia può spiegare come accade che il muscolo si contragga, ma non può spiegare come, nelle medesime condizioni, non lo faccia più nel momento in cui la persona integra la resistenza.

La riduzione della concentrazione di anidride carbonica provoca un ulteriore fenomeno: le arterie cerebrali si restringono. Le arterie che portano il sangue al cervello divengono più strette e di conseguenza il cervello riceve meno sangue, e quindi meno ossigeno. Questo stato è detto ipossia, e rimane chiaramente entro limiti di totale sicurezza per l’organismo.

L’ipossia provoca un abbassamento dell’attività elettrica dei neuroni cerebrali. Il cervello si mette in condizione di “riposo.”

L’ipossia e la variazione del pH sanguigno provocano il rilascio di beta-endorfine, che servono principalmente a regolare l’atto respiratorio, ma intervengono nella persona attivando in una cascata di effetti positivi.

Queste sostanze sono dette oppioidi endogeni: attenuano le sensazioni dolorose e donano una piacevole sensazione di benessere e di rilassamento, spesso anche di euforia. Stimolano anche una affettività positiva nei confronti degli altri e un fenomeno che chi pratica il Respiro Circolare conosce bene: stimolano la fame.

Le endorfine, associate ad altri neurotrasmettitori, favoriscono lo sprofondare in uno stato meditativo e di profonda concentrazione introspettiva.

Per cui, se dopo una seduta di Respiro Cosciente Circolare ti trovi in uno stato di “high”, euforico, particolarmente socievole ed affamato, sappi che è del tutto normale: si tratta dell’effetto di una maggior quantità di endorfine che hai messo in circolo.

A livello globale l’effetto del Respiro Circolare è paradossale: da una parte rilassa profondamente, dall’altra energizza l’intera struttura psicofisica.

Rivivere la propria nascita con il Respiro Circolare

Può accadere durante le sedute di Respiro Circolare di rivivere l’esperienza della propria nascita. Sebbene non sia questo uno scopo ricercato direttamente o guidato intenzionalmente, può accadere. In questo aspetto il Respiro Circolare si discosta da altre tecniche simili, come ad esempio il rebirthing, perché non c’è un’intenzione specifica in questa direzione.

Rivivere l’esperienza della nascita vuol dire accedere ai vissuti di quell’esperienza: alle sensazioni, e a volte a delle immagini molto vivide, ad essa associate.

Il modo in cui si viene al mondo ha delle conseguenze a lungo termine nella formazione della struttura caratteriale della persona. Non serve in questa sede entrare nello specifico. Studi durati anni hanno dimostrato una connessione tra quello che la persona ha vissuto durante il parto e il carattere che poi ha acquisito da adulto.

Rivivere la propri nascita tramite il Respiro Circolare permette di integrare quel vissuto. Permette di stare di fronte in modo consapevole a tutto quel sentire non integrato. Questo viene vissuto come una rinascita vera e propria, una liberazione da un peso portato dentro per tutta la vita.

Stati di coscienza non ordinari

La tecnica del Respiro Cosciente Circolare può portare a profondi stati di coscienza. Provocando una riduzione dell’attività cerebrale porta in modo spontaneo in una condizione di meditazione profonda.

Il fatto di introdurre la componente Cosciente nella tecnica serve proprio a dare lo stimolo a restare consapevoli durante queste transizioni da stato a stato. È un allenamento meditativo fenomenale proprio perché allena a riconoscere la transizione tra gli stati.

Applicazioni del Respiro Circolare

Il Respiro Circolare è un potente strumento di crescita. Può essere praticato da chiunque sia interessato a integrare maggiormente la propria condizione psicofisica. A mio avviso, tutti dovrebbero provare cosa significhi avere un respiro integrato e una condizione di vitalità accesa e libera da blocchi.

Sebbene ad applicazione universale, il Respiro Circolare trova una collocazione clinica entro quelle che vengono definite “terapie brevi”. La terapia breve è una forma di terapia che solitamente si esplica in un numero limitato di sedute. Generalmente questa definizione viene associata alle psicoterapie. Proprio per la sua rapida efficacia e per la sua configurazione limitata nel tempo, il Respiro Circolare può essere classificato in questo modo.

La sua applicazione clinica ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento dell’ansia, della depressione e degli attacchi di panico. Senza andare a toccare questi estremi, si è rilevato un trattamento rapido per insegnare alle persone una corretta gestione dello stress.

Viene utilizzato con risultati eccellenti anche nel trattamento delle tossicodipendenze, in quanto gli stati di coscienza che possono venire indotti in modo naturale tramite la respirazione possono ricordare al tossicodipendente l’esperienza che ha avuto in modo artificiale tramite le sostanze chimiche. Questa somiglianza permette alla persona una transizione più rapida verso uno stile di vita libero dalla dipendenza.

Il Respiro Cosciente Circolare viene utilizzato in ambito clinico anche per trattare le disfunzioni sessuali. Agendo a livello energetico si sciolgono i blocchi che impediscono alla persona di vivere appieno la propria sessualità. Si apre il sentire verso questa componente fondamentale dell’essere umano e si ripristina il fluire energetico dell’energia sessuale all’interno del corpo.

Può essere praticato con degli accorgimenti particolari anche da donne in gravidanza, dagli anziani e dai bambini. 

Insomma, la sua applicazione è incredibilmente trasversale, e la sua efficacia è comprovata da anni di applicazione sul campo con risultati eccellenti.

Le varianti del Respiro Circolare

La variante principale rispetto al Respiro Circolare è quella rispetto alla pratica in gruppo o individuale. La tecnica in sé non cambia, è la stessa. Quello che cambia è il setting della seduta. Ci sono i pro e i contro in ambedue le applicazioni.

Praticare individualmente, comunque sotto la supervisione di un conduttore, permette di essere seguiti in modo più attento da chi conduce la seduta. Potrebbe essere di aiuto a chi inizia per prendere confidenza con la tecnica, per poi passare a delle sedute in gruppo.

Alcuni hanno difficoltà nella condivisione finale in gruppo, per cui lavorare in due permette di non incorrere in questa limitazione. Chiaramente questa non è una condizione necessaria: è possibile e consigliabile iniziare direttamente con le sedute in gruppo.

Respirare assieme ad altri è un’esperienza unica, perché apre il proprio sentire ad un sentire collettivo, legato all’intero gruppo. Si scopre che, nonostante ognuno viva la propria esperienza individuale, esiste un’energia del gruppo che segue una dinamica collettiva.

A volte in momenti di difficoltà ci si sente sorretti dall’energia del gruppo, e a volte si sente esattamente l’opposto: di sostenere gli altri. Si potrebbe scivolare tutti assieme in profondità, così come vivere tutti assieme un’esperienza di forte sblocco energetico. Può accadere, ma anche in questo caso non è qualcosa che viene ricercato intenzionalmente.

Confronti con tecniche simili

Dal punto di vista tecnico il Respiro Circolare si avvicina al Rebirthing, ma si discosta nella sua finalità e nella sua applicazione: è un  approccio neutro e privo di mistificazioni.

Negli anni si sono viste un’infinità di varianti della tecnica del Rebirthing. Con la musica, con le luci psicoattive, con meditazione guidata, con ipnosi regressiva, nelle saune… la fantasia certo non manca.

Ogni cosa che si aggiunge va a interferire con il decorso naturale della seduta.

La tecnica del Respiro Circolare di per sé, come è stata presentata in questo articolo, è semplice, essenziale e potentissima. La sua potenza sta proprio nel fatto che va a sfruttare il meccanismo integrativo spontaneo del respiro.

Il respiro guida tutto ciò che accade. Ogni cosa che interferisce con questa sua spontaneità è, a mio avviso, un’interferenza.

A mero scopo informativo ritengo giusto completare questo articolo con un breve excursus rispetto alle varianti del Rebirthing.

Una variante del Rebirthing è quella della pratica in acqua. La sensazione di galleggiamento favorisce il rilassamento del corpo. Nel respiro in acqua ci sono due opzioni: in acqua calda o in acqua fredda.

Il Rebirthing in acqua calda, cioè a temperatura corporea, può favorire il contatto con il proprio corpo, e dalle esperienze fatte pare stimoli il rivivere l’esperienza della nascita.

L’acqua fredda invece potrebbe stimolare l’emergere delle paure e le sensazioni legate al tema della morte. L’emergere di questi contenuti durante la seduta permette di integrarli e di lasciarli andare.

Un’altra variante rispetto alla tecnica standard del Rebirthing, più avanzata, è quella di respirare ad occhi aperti. Chiaramente questo è possibile solo se si è già affrontato e integrato gran parte del materiale interiore. Tenere gli occhi aperti apre l’attenzione all’ambiente in cui avviene la seduta, e sarebbe una distrazione fortissima per chi ha appena iniziato a respirare.

Il Respiro Circolare è mantenuto nella sua forma essenziale, ogni possibile forma di interferenza viene eliminata.

Il fine del Respiro Circolare è di purificare il corpo fisico, l’aspetto emozionale e mentale della persona che lo pratica per liberare l’energia vitale e accendere la consapevolezza di sé.

Gli effetti del Respiro Circolare

In conclusione di questo lungo articolo, vorrei riassumere i numerosi effetti benefici che derivano dalla pratica di questa tecnica.

Ciò che si sperimenta nell’immediato è una accensione della presenza consapevole. Ci si sente più presenti, fin dalla prima seduta. La consapevolezza è più chiara, più trasparente.

Per chiarezza mi riferisco al grado di vividezza con cui accade l’esperienza. Come nel caso di un’immagine visualizzata, questa può essere chiara, vivida e brillante oppure offuscata, ottusa e confusa. Questa qualità non è relegata solamente alla visualizzazione, ma è una vera e propria caratteristica qualitativa dell’attenzione. La propria esperienza cosciente diviene più vivida. È un effetto dello smaltimento delle tossine fisiche, emozionali e mentali.

 

Un altro effetto legato alla purificazione è l’aumento della vitalità: c’è un forte aumento dell’energia vitale. Quell’energia che era trattenuta nei blocchi energetici viene liberata e diviene nuovamente disponibile. Ritorna a fluire nel corpo, che riacquista la sua condizione naturale di salute e vitalità. C’è un forte aumento del metabolismo e dell’efficienza della circolazione sanguigna.

Assieme alla liberazione dell’energia vitale si amplifica anche il proprio sentire. Si sente maggiormente il proprio corpo e le proprie emozioni.

Questo apre il canale dell’empatia con l’altro. Più sono in contatto con il mio sentire, più posso aprire questo sentire verso l’altro essere umano.

Si acquista una maggiore flessibilità, non solo fisica, ma anche mentale. Il corpo è più sciolto, la mente è più adattabile e malleabile nei confronti delle esperienze e delle prospettive dell’altro.

Una maggiore presenza mentale apre il canale alle intuizioni profonde e ad una creatività inedita. Avviene un cambiamento strutturale nella coscienza della persona. L’esplorazione degli stati di coscienza apre le porte allo sviluppo verso l’alto, in strutture sempre più complesse ed evolute.

Quanti effetti positivi derivano da una pratica così semplice! Sento di consigliare a chiunque di provare un ciclo di Respiro Circolare. Senza la minima esitazione.

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