Mangiate cibo vivo…..

Questo scritto è inteso a stimolare alcune riflessioni soprattutto nel mondo degli amici devoti ma anche indirizzato al benessere ed a un aumento della consapevolezza alimentare per tutti.
Le idee proposte qui derivano principalmente dalla mia lettura di alcuni libri di Vadim Zeland , qualcosa che sento risuonare dentro di me come a concetti veri e importanti ai fini della buona salute.
Anche Srila Prabhupada usava dire che una alimentazione a base di cibi crudi è un’alimentazione di prima classe 🙏
Il pasto abituale di un uomo medio è composto da prodotti cucinati al fuoco. Si tratta di cibo morto. Il cibo vivo, al contrario, è tutto ciò che non è stato sottoposto a trattamento termico. In natura nessun essere vivente, a eccezione dell’uomo, si prepara il cibo sul fuoco. Il cibo cotto è in grado di sostenere la sua sopravvivenza, la cottura non è una conquista dell’uomo, ma un suo errore fatale. Nel cibo cotto e conservato, praticamente tutte le sostanze utili vengono trasformate in sostanze inorganiche, morte. Le sostanze organiche si differenziano da quelle inorganiche a livello quantico: ciò che viene assimilato sono i micro e macro elementi organici, vivi, contenuti nei vegetali vivi (non cotti!)
E cosa succede allora alle sostanze che non vengono assimilate? L’organismo le deve in qualche modo eliminare, ma il lavoro è così pesante che esso semplicemente non ce la fa.
Se si osserva bene il nostro modo di vivere, si nota che la gente di norma non fa fatica a seguire sistematicamente determinate misure di igiene esterna, mentre a quella interna praticamente non pensa. Per contro, nel corpo di un uomo normale, si trova un intera riserva di immondizia. Non si vede, ma potrebbe pesare alcuni chili ( a volte anche decine). I sistemi di secrezione, infatti, non fanno in tempo a liberarsi dei rifiuti e sono costretti a imbucare questo sporco dove possibile, col risultato che il corpo comincia a intasarsi velocemente e ad assomigliare a vecchi sanitari incrostati.
Le risorse dell’organismo sono enormi, e per questo l’uomo medio può tener duro sino intorno ai 70 anni, ma molto presto l’uomo comincia a sentire gli effetti dell’intossicazione: malattie, peso superfluo, stanchezza e un senso di fiacchezza generale.
Il fatto è che il campo biologico reagisce molto sensibilmente all’intasamento “dei suoi canali”.
I chakra si ostruiscono, i canali energetici si restringono, il flusso di energia si trasforma in un debole ruscello e ciò porta a una perdita di energia vitale.
La causa principale, se non unica, del deficit di energia libera è una banale intossicazione dell’organismo, dovuta al fatto che il corpo di una persona normale, col tempo, accumula dentro di se le particelle delle cellule morte, le masse proteiche e grasse, che finiscono per ingombrare gli spazi intercellulari e a farcire, nel vero senso della parola, i vasi linfatici e sanguigni.
Queste scorie impediscono il normale funzionamento di tutti i sistemi e ostacolano la “comunicazione” delle cellule, riducendo la forza dei segnali elettrici che esse si trasmettono tra loro. Il risultato è un circolo vizioso chiuso.
Esiste un principio la cui veridicità, in forza della sua semplicità e della sua evidenza, non può essere messa in dubbio:
L’organismo deve ricevere cibo vivo!
Cibo ricco di enzimi, gli enzimi sono delle sostanze che rendono la vita possibile e sono necessarie in ogni tipo di reazione chimica che si produce nel nostro organismo.
Senza gli enzimi non ci sarebbe alcuna attività, in un corpo vivo, sono come gli “operai “ che costruiscono l’organismo, così come i manovali edificano le case.
Le sostanze nutritive, le vitamine, i minerali, sono solo materiali da costruzione. Tutto il movimento del “cantiere” è assicurato proprio dagli enzimi, essi sono composti da trasportatori proteici, caricati di energia come in una batteria elettrica.
Da dove prende gli enzimi il nostro organismo? Il potenziale di enzimi è una caratteristica ereditaria e karmica, è una sorta di riserva limitata di energia calcolata per durare tutta la vita, se si dispone di un capitale iniziale e lo si spende tutto, si finisce in bancarotta. Analogamente, quanto prima si spende la riserva enzimatica tanto prima si esaurisce la forza vitale. Quando si arriva al punto in cui l’organismo non è più in grado di produrre enzimi, la vita finisce, la batteria si è scaricata.
Consumando cibo cotto le persone spendono con leggerezza la loro riserva limitata di enzimi, questa è una delle cause primarie delle malattie, del precoce invecchiamento e della morte.
I cibi crudi, invece, contengono i loro enzimi che innescano il processo di autolisi: il cibo viene assimilato facilmente perché fondamentalmente si cuoce da solo nel suo stesso succo .
Quando si mangia cibo cotto, privo di enzimi, l’organismo è costretto a convogliare le sue riserve per digerirlo e proprio questo fatto causa la diminuzione del limitato potenziale di enzimi presenti nell’organismo alla nascita.
Per analogia, supponete di aver deciso di fare una ristrutturazione generale della vostra casa. Ci sono due varianti di sviluppo degli eventi: nel primo caso i fornitori vi portano i materiali necessari, ve li lasciano accumulati in un angolo e se ne vanno via, costringendovi a occuparvi personalmente dei lavori e a perdere un sacco di forze e di tempo per realizzare questa difficile impresa. Nel secondo caso, invece, insieme ai materiali sono arrivati anche gli operai che vi fanno tutto, mentre voi vi riposate e vi occupate di voi stessi.
Questa stessa differenza esiste tra un alimentazione a base di cibi cotti e una a base di cibi crudi.
Quando una persona mangia cibi cotti, tutte le sue forze vitali vengono dirette verso il faticoso processo della digestione. Gli enzimi, questi “operai” che dovrebbero occuparsi delle loro funzioni dirette, cioè della depurazione e della ristrutturazione dei tessuti vivi, sono costretti a lasciare tutto e a occuparsi di un lavoro che non gli è proprio. Non hanno più tempo di occuparsi dell’organismo ed esso cade in uno stato di abbandono. Provate a immaginare una situazione di questo tipo: improvvisamente le persone smettono di camminare o di stare sedute tranquillamente e cominciano a correre come matte nonostante siano terribilmente stanche. Esattamente allo stesso modo si differenziano i regimi di lavoro di un crudista e di una persona “normale, cottista” : il primo passeggia tranquillamente mentre il secondo è impegnato in una eterna maratona che dura finché non cade a terra sfinito.
Tiriamo le somme. L’organismo dell’uomo assomiglia a una batteria: vive fino a quando la sua carica non si consuma.
Quando ci si nutre di cibo sottoposto a trattamento termico la carica si consuma molto velocemente. Ma se il vostro pasto consiste solo di prodotti crudi, la vostra batteria praticamente non si scarica. Immaginate di avere una lampadina tascabile che accendete di rado. La batteria può non essere sostituita per anni, se invece la vostra lampadina è sempre accesa capirete da soli cosa bisogna fare in questo caso ….. solo che la vostra batteria personale non si può sostituire, essa si consuma e voi vi “spegnete” lentamente.
Ma non scoraggiatevi: il vigore di un tempo si può ripristinare, e si può acquisire una salute che prima potevate anche non aver mai avuto. A questo fine, però, dovete trasformare il cibo morto in cibo vivo.
Cosa avete in cucina: fornelli, pentole e tegami? Se volete scassinare il tempo e girare la clessidra della vostra vita, dovrete far sparire tutti questi strumenti di uccisione dei cibi dalle vostre cucine.
Almeno quanto più possibile…..

Buona vita a tutti

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