L’industria alimentare mondiale produce malattie, mangiate cibo naturale non trasformato

I cibi prodotti industrialmente sono alimenti sintetici, artificiali, devitalizzati, destinati a conservarsi il più a lungo possibile sugli scaffali dei supermercati e ad attrarre il consumatore coi loro colori, odori e sapori, ma sono del tutto inadatti a nutrire realmente l’organismo che, al contrario, viene logorato dallo sforzo di assimilarli esponendosi in tal modo all’insorgenza di una varietà di patologie. Gli estrattori di succo, invece, consentono di assimilare il 100% degli elementi nutritivi naturalmente presenti nella frutta e nella verdura. 

L’alimentazione è il principale problema dei paesi industrializzati e non per l’obesità, come vorrebbero abilmente farci credere con i sensi di colpa per stili di vita errati. La realtà alimentare è un ologramma mondiale, composto da simboli di naturalità degli alimenti, nei quali i nutrienti sono stati distrutti dai processi industriali e ora dominano le sostanze nocive della raffinazione con i prevedibili effetti tossici sulla salute collettiva. Lo slogan storico della Barilla “Mangia Sano. Torna alla Natura” descrive perfettamente la strategia delle industrie alimentari: trasformiamo radicalmente i nutrienti di una volta e nessuno se ne accorgerà se li vestiamo con i simboli e l’identità dei nostri valori positivi.
La comunicazione simbolica non ha bisogno di dimostrazioni fattuali, fa parte dell’inconscio collettivo ed è riconosciuta e fatta propria, sempre inconsciamente, da ciascuno di noi. Il prodotto industriale assume la magia della creazione, ha valore in sé, ogni dubbio sulla nocività viene cancellato, sostenuto anche dall’ansia che si potrebbe scatenare nel consumatore su ciò che è costretto “liberamente” a ingurgitare. La realtà è la grande spazzatura mondiale del junk food, la pattumiera invisibile del genere umano. In questa terribile coerenza non ci sono studi sui danni della raffinazione industriale, il cuore economico del potere mondiale. Altroché le farmaceutiche.
Come nel film Matrix,  stiamo alimentando l’ologramma con la nostra parte biologica sana. Noi diventiamo ciò che mangiamo. L’inquinamento, i cibi raffinati, quelli conservati e l’abuso di prodotti animali, producono effetti devastanti sulla salute su scala epidemiologica e globale. In maniera invisibile, silenziosa, mascherata dalle cosiddette patologie senza alcun riferimento causale. L’80% dei prodotti di un supermercato è potenzialmente nocivo per la salute, anche i prodotti freschi che generano muffa in una giornata. Tutto il mondo scientifico è d’accordo, tutti lanciano allarmi, ma poco o nulla si muove. E ancora regna la vetusta caloria e le diete sudoku, mentre con 2.000 calorie al giorno si può essere obesi, oppure magri. È la qualità a fare la differenza, secondo l’indice di qualità dieta (IQD), messo a punto da ricercatori dell’università “La Sapienza” di Roma. Conta cosa c’è dentro il piatto, rispetto alla quantità.
La ricerca scientifica ha dei punti fermi che farebbero crollare il castello olografico. I vegetali producono biofotoni, la stessa matrice energetica e informativa dell’uomo misurata attraverso la rete di Bonghan. I biofotoni sono la fonte della vita, dell’energia, delle informazioni negli esseri viventi. Anche i vegetali hanno reti neuronali che si stanno indagando. La matrice vivente è simile e complessa, altroché i modellini cognitivi sulle relazioni tra salute e alimentazione. La medicina ufficiale non ha mai preso in considerazione l’alimentazione. In questo vuoto, l’industria alimentare si è sentita autorizzata a manipolare gli alimenti. Con la complicità spesso inconsapevole degli agricoltori e allevatori. Si sono sovraccaricati i terreni di concimi chimici, inondate le colture di insetticidi, di pesticidi, di anticrittogamici e imbottito gli alimenti di disinfettanti, neutralizzanti, emulsionanti, conservanti, coloranti e altro. Questa valanga di prodotti artificiali intossica i consumatori. Tutto quello che è contenuto nei cibi conservati, inscatolati è una vera esplosione di additivi chimici che ha segnato il passaggio da un’alimentazione artigianale ad una industriale.
L’industria sta sfruttando questo interesse per il naturale sfornando prodotti integrali senza aver cambiato il modo di produzione. Il risultato è che i principi vitali vengono distrutti nella preparazione. Il profitto delle multinazionali ha prosperato parallelamente al deterioramento della salute collettiva, arrivando al boom delle malattie degenerative, immunologiche, metaboliche e cardiovascolari. Con i baby boomers in sovrappeso rispetto ai loro padri. Il consumismo ha sostituito il pasto a base di cereali e legumi con i prodotti animali. Paradossalmente i prodotti cosiddetti dietetici sono serviti solo a peggiorare il quadro, non essendo dietetici. Oggi si consumano circa il 70-75% delle proteine animali mentre il secolo scorso la proporzione era inferiore al 20%. L’eccesso di proteine costringe l’organismo a produrre acido solforico, nitrico e cloridrico, che devono essere neutralizzati con l’eliminazione di indispensabili sali minerali. Grano, riso, sale, zucchero, cioè la maggior parte degli alimenti, sono raffinati e snaturati dalle industrie, impoveriti dei fattori vitali come la crusca, vitamine, minerali, il germe dei cereali e gli oligoelementi del sale marino. I cibi industriali hanno un alto indice glicemico, fanno produrre più insulina del necessario, causa di obesità, diabete, turbe glicemiche, sindrome X.
Sulla nostra tavola dominano gli alimenti sintetici, artificiali, devitalizzati. Prodotti sottoposti a processi tecnologici come la conservazione, sterilizzazione, irradiazione, raffinazione, surgelazione, congelazione, disidratazione ad alte temperature. Processi che prevedono l’impiego di un gran numero di additivi chimici come coloranti, insaporenti, antiossidanti, antifermentativi, conservanti, vernici, emulsionanti, spray nocivi, acidificanti, deodoranti, agenti essiccanti, addensanti, disinfettanti, defolianti, neutralizzanti agenti antiglutinanti e antischiuma, salatori idrogenatori. Queste sostanze chimiche distruggono vitamine, minerali, enzimi e qualità vitali. La verdura è spruzzata con bisolfito di potassio per evitare che avvizzisca presto o è utilizzato il cloro come agente disinfettante nelle insalate già tagliate pronte per l’utilizzo. Queste pietanze ci attraggono per l’odore, il colore, il sapore ma non servono per nutrirci.

Qui sopra: biofotoni emessi da alcune colture batteriche.

Nell’inscatolamento, il cibo viene riscaldato ad alte temperature, sterilizzato, ermeticamente sigillato e quando si raffredda, nel contenitore, si forma un vuoto con la conseguente assenza di ossigeno che impedisce il deterioramento del cibo e la prolificazione dei batteri. Questo tipo di conservazione abbassa i valori nutritivi e mancando l’ossigeno che è portatore di vita, gli alimenti inscatolati offrono scarsa energia vitale.
La percezione sociale degli alimenti è infondata, disinformata e pericolosamente  inconsapevole dei rischi per la salute. Facciamo qualche esempio. Associare il latte ad altri alimenti è dannoso. Il latte coagula per un enzima detto “caglio”, e gli alimenti rimangono avvolti dai grumi di latte che frenano la digestione. La stanchezza dopo i pasti e la ricorrenza  di affezioni batteriche sono le conseguenze.
Il consumo non moderato della carne provoca una super-attività nei reni e nel cuore, alza il tasso di urea, acido urico e ammoniaca, reumatismi, artriti e gotta, disturbi del metabolismo. La carne è un eccitante e genera co-dipendenza con gli altri alimenti e sostanze eccitanti. L’uomo non ha dentizione adatta per mangiare la carne e anche il suo intestino è troppo lungo per eliminarla presto. I carnivori hanno un intestino corto (da quattro a cinque volte la lunghezza del corpo), mentre l’uomo ha un intestino lungo dieci/dodici volte la lunghezza del corpo, con conseguenti processi di putrefazione. I muscoli degli animali morti contengono tutti i rifiuti organici dell’animale e la xantina, che è un”veleno” simile alla nicotina e alla caffeina con cui ha molte affinità. Ciò spiega anche perché i grandi carnivori sono bevitori di caffè e perché per loro è più difficile smettere di fumare.
Una sostanza nociva è l’alcol. Non è mai stato un alimento. È un super-eccitante e un veleno: prima stimola e riscalda, dopo deprime e raffredda l’organismo. C’è voluto l’artificio della distillazione per ottenere il liquido irritante che brucia le mucose, danneggia lo stomaco e il fegato, sclerotizza i vasi sanguigni, esaurisce le secrezioni ghiandolari e affatica il sistema nervoso. L’alcool agisce non solo in tempi brevi ma anche in tempi lunghi, con conseguenze a volte irreversibili perché distrugge la forza muscolare e la forza nervosa. Il vino potrebbe avere proprietà salutari se non adulterato e con consumo limitato a un paio di bicchieri di vino rosso. Ha un certo valore alimentare perché contiene acidi organici (fosforico, citrico, malico), sali minerali (ferro, calcio, zolfo, magnesio potassio, sodio), vitamine del gruppo B, tannino (vino rosso). I pericoli insorgono quando il vino viene trattato. Si aggiungono al vino lo zolfo, l’allume, il gesso, l’acido solforico, l’acido salicilico, la potassa e la soda; allora il vino diventa acido, causando disturbi all’intestino, diarree, cirrosi. La denaturazione comincia da una lunga serie di pesticidi chimici tossici nella coltivazione della vite; prosegue poi con il processo di fermentazione, se il mosto è poco dolce si aggiunge dello zucchero, se è acido viene corretto con carbonato di calcio. Si chiarifica, si filtra, si sottopone ad altri processi, si aggiungono dei fosfati per il colore. Infine c’è la pastorizzazione e l’aggiunta dello zolfo nelle botti.

Altri prodotti come il caffè, il tè e il cacao sono eccitanti del sistema nervoso centrale (SNC) e del muscolo cardiaco. La caffeina in tempi lunghi irrita i vasi sanguigni e su queste irritazioni si deposita il colesterolo, le tossine, i residui minerali aggravando l’arteriosclerosi, l’infarto, le malattie cardiovascolari, le ulcere gastriche, disturbi motori come tremori, ipoglicemie e diabete. Un litro di Coca Cola contiene la quantità di caffeina di due tazze di caffè, venti zollette di zucchero e sostanze chimiche che creano dipendenza. 
Lo zucchero raffinato squilibra il metabolismo perché per la sua assimilazione sono necessarie grandi quantità di vitamina B1. Nello zucchero cristallino tutte le sostanze vitali sono state distrutte nel processo di raffinazione. Alza repentinamente la glicemia perché viene assorbito molto rapidamente dall’intestino tenue e l’iperglicemia dà uno stato di eccitazione psichica e fisica, seguito da una reazione di ipoglicemia accompagnata da depressione mentale, da stanchezza fisica. Lo zucchero si combina facilmente con il calcio. Per neutralizzare lo zucchero l’organismo mette in moto le proprie riserve di calcio a scapito delle ossa e dei denti che diventano sempre più fragili. Peggiora quindi, al pari della farina bianca e di molti prodotti raffinati, ossa e denti. Ciò che pochi sanno  è che prima delle ossa e dei denti il calcio viene prelevato dalle arterie, come nel caso di acidosi (lo zucchero è uno degli alimenti più acidificanti), situazione purtroppo diffusa e cronica nel genere umano, fattore importante delle malattie cardio-vascolari prima causa di morte in tutto l’Occidente. Questo alimento morto, a lungo termine, paralizza il movimento spontaneo dell’intestino. Quanto più zucchero l’uomo ingerisce tanto più pigro diventa l’intestino e alla pigrizia intestinale è imputabile un’infinità di malattie. 
Uno dei maggiori abusi dell’alimentazione sono i fritti: gli oli che si usano si saturano e si alterano, e nel fritto si verifica un alto assorbimento dei grassi. Le pietanze sono più difficili da digerire, hanno un contenuto calorico maggiore e soprattutto contengono una quantità maggiore di sostanze chimiche prodotte dalla frittura. 
Un altro abuso è quello dei grassi nella preparazione dei piatti: la pasta, la carne, le verdure sono sovente condite con tanto olio o burro per insaporirle maggiormente; i dolci, i croissant contengono più grassi (spesso purtroppo acidi grassi idrogenati e acidi grassi trans) che farina e zucchero. Un errore riguarda la cottura prolungata delle verdure: si cuociono le verdure in molta acqua e per molto tempo; questa pratica distrugge le vitamine e riduce i sali minerali del 50%, che finiscono nell’acqua. 
Anche un uso sconsiderato di forni, fornetti, piastre elettriche e forni a microonde è dannoso. Il cibo produce energia fredda, non c’è calore diretto, non si ottiene la stessa trasformazione che si ottiene col fuoco vivo. Nel forno a microonde, le cellule dei cibi subiscono un bombardamento di ultrasuoni che modificano lo stato cellulare originale e, per la legge delle corrispondenze, analogamente avviene nell’organismo umano. I cibi sono sostanze che l’uomo utilizza per formare nuove cellule per accrescere e mantenersi in vita e per aver energie sufficienti ad effettuare tutti i processi vitali. Più si è in rapporto diretto con la natura e ci si nutre di alimenti ricchi di sostanze vive, più il corpo diventa forte, bello, agile. Gli enzimi sono l’elemento chiave di ogni funzione biologica e del sistema immunitario. Gli enzimi sono “vivi” quando sono nel cibo “vivo”, naturale, fresco, non possono certo essere negli alimenti cotti, processati, trasformati. 
Il rafforzamento del sistema immunitario avviene attraverso l’assunzione di sostanze nutraceutiche ottenute da frutta e verdura tramite un “estrattore” a freddo, che non ossida e non riduce l’assimilazione moltiplicando la concentrazione. Per avere un significativo impatto sulla nostra salute, dovremmo mangiare almeno 5 o più porzioni di frutta e verdura al giorno, quando con una porzione intendiamo l’equivalente di un pezzo di frutta, un piatto di verdura a foglia o un bicchiere di succo di circa 360ml. Tutti gli studi confermano lo stesso identico risultato: più del 50% degli adulti consuma meno di una porzione di frutta al giorno. 
Gli “Estrattori di succo” sono l’unico sistema per ottenere degli estratti di succo, in grado di farci assimilare il 100% degli elementi nutritivi naturalmente presenti nella frutta e nella verdura. Centrifughe, frullatori, robot multiuso da cucina, durante la fase di rotazione ad alta velocità (mediamente dai 1.000 giri al minuto in su) raggiungono temperature vicine ai 50 gradi, eliminando così gran parte degli enzimi vivi e della vitamina C contenuti, per esempio, nella classica spremuta d’arancia mattutina. 
Il procedimento dell’estrazione mantiene completamente inalterate tutte le caratteristiche naturali dei succhi ottenuti, la coclea spremitrice riesce a spremere fino all’ultima goccia di succo senza degradare i preziosi elementi nutritivi presenti in natura.
Il processo di estrazione consente ai succhi che beviamo di ottenere lo stesso risultato in tempi molto ridotti, fornendo al sangue una carica energetica immediata. Per ridurre le allergie, abbassare il colesterolo e, in generale, ricaricare un organismo debilitato, “basterebbe” mangiare 8 carote di media grandezza al giorno. La media delle persone infatti, ha un sistema digestivo in grado di assorbire solo il 10% delle sostanze nutritive contenute negli alimenti che ingerisce. Un estrattore di succhi è in grado di fornirvi l’equivalente in betacarotene di 8 carote in un bicchiere di succo di carota vivo da 360ml. I succhi vivi concentrano in un singolo bicchiere tutti i benefici contenuti anche in grosse quantità di frutta e verdura, migliorano nel contempo la digestione fornendo più nutrimento alle cellule e ripristinando salute e resistenza fisica.
L’equilibrio della fisiologia e della salute fisica dipende da tre funzioni: l’apporto nutritivo, il metabolismo e l’eliminazione. Se si paragona il corpo ad una stufa a carbone o a legna, l’apporto nutritivo è il combustibile, il metabolismo è la combustione, l’eliminazione è l’espulsione dei residui, le tossine. Le tossine producono veri e propri segnali d’allarme della incapacità di eliminazione degli organi emuntori (fegato, reni, intestino, pelle, polmoni) che si stanno saturando con le intossicazioni che anticipano le più severe patologie. 
Su questi principi base della nostra fisiologia andrebbero, per la prima volta nella storia del “progresso industriale”, controllati tutti i prodotti alimentari, che finirebbero per la maggior parte nella spazzatura dei rifiuti tossici e non nel sacchetto differenziato dei prodotti organici.

Fonte

Lascia un commento