Gesù e i cristiani erano vegetariani

Maledetto colui che con l’astuzia ferisce e distrugge le creature di Dio! Sì, maledetti i cacciatori, perché saranno cacciati, e per mano di uomini indegni riceveranno la stessa misericordia che hanno mostrato alle loro prede innocenti, la stessa!”
– Gesù di Nazareth, dal Vangelo Esseno della Pace, di Edmond Bordeaux Szekely

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Il Quinto Comandamento dice ”Non uccidere…” senza specificare “… esseri umani”. Non è un caso.
Pur essendo un comandamento semplice e diretto, raramente viene preso alla lettera. L’ebraico letterale dell’Esodo 20.13, che lo presenta, dice lo tirtzach”.

Secondo Reuben Alcalay, il più importante lessicografo israeliano, scrittore del Complete Hebrew-English Dictionary (1965) il termine tirtzach si riferisce a qualsiasi genere di uccisione”. La traduzione esatta, quindi, ci chiede di astenerci in toto dall’uccidere.

E’ indubbio che un animale sia un essere vivente: nasce, cresce, si mantiene, si riproduce, invecchia e infine muore. Ciò che ha vita può essere ucciso, e uccidere vuol dire trasgredire un comandamento sacro quanto gli altri:

Perché Colui che ha detto “non commettere adulterio” ha detto anche “non uccidere”. Ora se tu non commetti adulterio, e tuttavia uccidi, diventi un trasgressore della legge. (Giacomo 2. 10, 11.)

Il Vecchio Testamento contiene molte affermazioni a sostegno del vegetarianismo. Si potrà obiettare che i cristiani non necessariamente accettano la Vecchia Legge, ma seguono il Nuovo Testamento. Gesù in persona, però, ha detto di fare diversamente:

“Non pensate che io sia venuto ad abolire la legge, o i profeti: non sono venuto a distruggere ma a portare a compimento. In verità vi dico, finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno della legge, senza che tutto sia compiuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli.” (Matteo 5. 17, 19).

Forse la ragione principale per cui un cristiano “trasgredirebbe la legge”, nonostante l’ingiunzione biblica di astenersi dall’uccidere, è la credenza ampiamente diffusa che Gesù fosse carnivoro. Tuttavia Gesù era conosciuto come “Principe della Pace”, e i suoi insegnamenti difficilmente si conciliano con l’uccisione degli animali. Tuttavia, il Nuovo Testamento più e più volte cita esempi di Gesù che chiedeva carne, una realtà che i mangiatori di carne hanno adottato come sanzione della loro scelta alimentare. Uno studio del greco originale del testo, però, rivela che Gesù non chiedeva veramente “Carne”.

Sebbene la traduzione inglese del Vangelo menzioni ”la carne” diciannove volte, i termini originali si traducono più correttamente con “cibo”:

  • broma = “cibo” (usato quattro volte)
  • brosimos = “ciò che si può mangiare” (usato una volta)
  • brosis = “cibo, o l’atto del mangiare” (usato quattro volte);
  • prosphagion = “qualsiasi cosa da mangiare” (usato una volta)
  • trophe = “nutrimento” (usato sei volte)
  • phago =  “mangiare” (usato tre volte)

Così “Avete della carne?” (Giovanni 21. 5) è in realtà: “Avete qualcosa da mangiare?” E quando il Vangelo dice che i discepoli andarono a comprare carne (Giovanni 4. 8), una traduzione più letterale direbbe semplicemente che andarono a comprare “da mangiare”. In tutti i casi il greco originale parla di “cibo” in generale e non di “carne”. Il problema allora si sposta sull\’interpretazione del materiale originale, sulle traduzioni e, a volte, sulle cattive traduzioni. Alcuni errori di traduzione nella Bibbia (“Mare Rosso” al posto di “Mare dei Canneti”) sono irrilevanti o perfino divertenti.

“È detto che Gesù Cristo, quando aveva dodici anni, turbato nel vedere gli ebrei che sacrificavano uccelli e animali nelle sinagoghe, respinse il sistema della religione ebraica e iniziò quello della religione cristiana per seguire il comandamento del Vecchio Testamento “non uccidere”. “
– Paramahansa Yogananda

E il miracolo dei pani e dei pesci?

Alcuni studiosi della Bibbia, tenendo conto della natura misericordiosa di Gesù, suggeriscono che i “pesci” fossero una sorta di polpette, un tipo di cibo diffuso ancora oggi, fatto con una pianta marina conosciuta come pianta del pesce, che cresce in Oriente. Queste tenere piante marine vengono seccate al sole, poi ridotte in farina in un mortaio e infine cotte al forno come polpette. Nell’antica Babilonia le polpette di piante del pesce erano parte integrante dell’alimentazione, e molti giapponesi le considerano ancora oggi una delizia del palato. I musulmani le raccomandavano nell’alimentazione dei fedeli e, il punto più importante, erano un alimento noto ai tempi di Gesù. Esiste poi una considerazione di carattere pratico: nella cesta del pane era più probabile che si conservassero polpette cotte al forno piuttosto che pesce crudo, destinato in quel clima caldo ad andare a male molto rapidamente, rovinando qualsiasi altro cibo contenuto nella cesta.

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E’ anche possibile che “pane e pesci” avesse un significato simbolico piuttosto che letterale, precedente non insolito nelle scritture sacre. Il pane è un simbolo cristiano del corpo di Cristo, o Sostanza Divina, e “pesce” era una parola in codice della Chiesa antica, quando i primi cristiani dovevano nascondere la propria identità per sfuggire alle persecuzioni. Ancora più importante, nei primi manoscritti del Vangelo non si fa menzione del pesce; il miracolo è descritto come pane e frutta.

“E Gesù pose il pane e la frutta dinanzi a sé, e anche l’acqua. E loro mangiarono e bevvero, e furono sazi. E si meravigliarono, perché ognuno aveva avuto più che abbastanza, ed erano più di quattromila. E se ne andarono, ringraziando Gesù per quello che avevano sentito e visto.” (I secolo)

La prima edizione del Nuovo Testamento a menzionare il pesce come parte del miracolo è il Codex Sinaiticus (IV secolo).

Nonostante tutto, ci sono alcuni che non riescono a prescindere dall’esempio tradizionale dei pani e dei pesci. A tali persone va fatto osservare che, se pure Gesù mangiò del pesce, egli non diede agli altri alcuna dispensa di fare altrettanto in suo nome.

E l’agnello pasquale? L’Ultima Cena è stata una Pasqua ebraica che Gesù e gli Apostoli hanno celebrato banchettando con la carne di un agnello?

I primi tre vangeli dicono che l’Ultima Cena era la cena della Pasqua ebraica, indicando così implicitamente che Gesù e suoi seguaci mangiarono l’agnello pasquale (Matteo 26. 17, Marco 16. 16, Luca 22. 13). Giovanni invece dice che l’Ultima Cena ebbe luogo prima:

”Ora, prima della festa del passaggio (la Pasqua ebraica), Gesù, sapendo che era giunta la sua ora… si alzò da tavola e lasciò cadere i suoi vestiti, e prese un asciugamano e con esso si cinse la vita.” (Giovanni 13. 1-4).

Se la sequenza temporale è stata diversa, allora l’Ultima Cena non è stata un banchetto di Pasqua.

Secondo lo storico inglese Geoffrey Rudd l’Ultima Cena ebbe luogo un giovedì sera; la crocifissione, il giorno immediatamente successivo: venerdì.
Tuttavia, dal punto di vista ebraico, i due eventi avvennero lo stesso giorno, dato che la giornata ebraica comincia al tramonto della sera precedente. E’ naturale che questo abbia generato una certa confusione. Le capitolo 19 del suo vangelo, Giovanni dice che la crocifissione ebbe luogo il giorno della preparazione della Pasqua, che sarebbe il giovedì. Più avanti, nel verso 31, afferma che il corpo di Gesù non fu lasciato sulla croce perché ”il giorno del Sabbath era un giorno sacro”. In altre parole, la Pasqua ebraica, che cade di Sabbath, cominciò al tramonto di quel venerdì, dopo la crocifissione.

Sebbene i primi tre vangeli contraddicano la versione di Giovanni, che la maggioranza degli studiosi della Bibbia considera un resoconto accurato, in altri punti la confermano. In Matteo 26. 5, per esempio, i sacerdoti dicono che non uccideranno Gesù durante la festa ”perché potrebbe nascere un tumulto tra la gente”. D’altra parte, lo stesso vangelo di Matteo in un altro punto colloca L’Ultima Cena e la Crocifissione nel giorno della Pasqua. Bisogna notare, inoltre, che in accordo all’usanza talmudica era impensabile celebrare processi ed esecuzioni nei primi, i più sacri, giorno della Pasqua.

Poiché la Pasqua è altrettanto sacra del Sabbath, se fosse stata già cominciata gli ebrei non avrebbero certo avuto armi addosso (Marco 14. 43, 47), né avrebbero acquistato lino e spezie per la sepoltura (Marco 15. 46, Luca 23. 56). Infine, la fretta con cui i discepoli misero Gesù nella tomba conferma il loro desiderio che il suo corpo fosse tolto dalla croce prima che cominciasse la Pasqua.

In realtà, dell’agnello si nota soprattutto l’assenza: non viene mai neppure menzionato in relazione all’Ultima Cena.
Tutte le coincidenze indicano che l’Ultima Cena non fu un banchetto pasquale con l’agnello tradizionale, ma piuttosto una ”cena d’addio” che Gesù condivise con i suoi discepoli.
Lo scomparso rev. Charles Gore, vescovo di Oxford, lo conferma:

”Dobbiamo ammettere che Giovanni ha ragione quando corregge Marco riguardo alla natura dell’Ultima Cena. Non si trattò di un banchetto di Pasqua, ma di una cena d’addio che Egli celebrò con i Suoi discepoli. Inoltre, le descrizioni della cena non corrispondono al cerimoniale della cena di Pasqua.”

Nella sua “Storia Ecclesiastica”, Eusebio sostiene che Giacomo, il fratello di Gesù, era vegetariano, ed era evidentemente stato educato come tale. Perché mai i genitori di Gesù avrebbero dovuto educare Giacomo ad essere vegetariano se non erano vegetariani loro stessi? E perché avrebbero dovuto educare diversamente Gesù? Eusebio dice anche che tutti gli apostoli si astenevano dalla carne.

San Paolo però disse questo:

“Accogliete tra voi chi è debole nella fede, senza discuterne le esitazioni. Uno crede di poter mangiare di tutto, l’altro invece, che è debole, mangia solo legumi.” (Lettera ai Romani, 14:1-2).

e

“Tutto ciò che è in vendita sul mercato, mangiatelo pure senza indagare per motivo di coscienza.” (Prima lettera ai Corinzi, 10:25).

Queste due frasi sono le uniche due frasi in tutto il Nuovo Testamento che asseriscono una posizione diversa sul vegetarianismo. Cerchiamo di capire perché.

Prima possibilità: San Paolo ha una visione diversa da Gesù Cristo (che non ha mai conosciuto di persona), e riteneva che per facilitare la diffusione del cristianesimo non era più necessario essere vegetariani. Tuttavia, è risaputo che alcuni tra i primi cristiani, come i cristiani ebrei, erano totalmente contrari alle asserzioni di Paolo; erano vegetariani e pensavano che tutti i Cristiani dovessero esserlo. Erano proprio questi Cristiani ebrei a trovarsi in conflitto con Paolo sulla questione vegetariana.

Seconda possibilità: Considerando che è ben risaputo che i Vangeli siano stati notevolmente modificati dalla loro forma originale (Vedi: I Vangeli di oggi non c’entrano nulla con quelli vecchi), e la Chiesa li ha modificati a proprio vantaggio, si potrebbe pensare che quelle lettere siano state modificate solo nei secoli successivi. Se così non fosse non si spiegherebbe l’affermazione di San Girolamo, vissuto dal 347 al 420:

« Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di secrezioni maleodoranti della carne degli animali […]. Gesù Cristo, che venne quando fu compiuto il tempo, ha collegato la fine con l’inizio. Pertanto ora non ci è più consentito di mangiare la carne degli animali. »
(Adversus Jovinanum, I, 30)

E anche un brano delle Omelie Clementine attribuito a San Pietro risulterebbe molto assurdo, in quanto afferma:

« Mangiare carne è innaturale quanto la pagana adorazione dei demoni. Io vivo di pane e olive, ai quali aggiungo solo di rado qualche verdura. »
(dalle Omelie Clementine, XII, 6 rec. VII, 6[9])

Che gli animali siano «fratelli minori» e abbiano anch’essi un’anima immortale l’hanno sostenuto molti teologi, sacerdoti ed esegeti come Venceslao PieralisiEugen Drewermann,  Luigi Lorenzetti, e Mario Canciani, il quale affermava:

Si è iniziato a cercare di eliminare il vegetarianismo cristiano solo col Concilio di Braga (561), dove il vegetarianesimo è diventato addirittura un’eresia. La giustificazione a mangiare gli animali era che, tali creature, non avrebbero un’anima e la loro esistenza sarebbe pertanto subordinata a quella dell’uomo, ai suoi desideri e alla sua volontà.

Cristo era vegetariano e tutti i fedeli dovrebbero imitarlo. Nei giorni scorsi, in chiesa ho invitato i miei parrocchiani ad astenersi dal consumare la carne di agnello. Lo ripeto: è inutile che noi pronunciamo, durante la messa, l’Agnus Dei e poi subito dopo corriamo a mangiarlo. Ci vorrebbe maggiore coerenza, maggiore rispetto. Invece…
(citato in Luigi Sugliano, Polemica sulla tradizione pasquale
)

Secondo la scrittrice e psicologa Luise Rinser (1911 – 2002) quando Gesù si infuriò al tempio di Gerusalemme, fu per lo sdegno di vedere animali sacrificati. Gesù «arrivato al tempio di Gerusalemme fu colto dall’ira, o meglio dall’orrore. Vide infatti le vittime sacrificali destinate alla macellazione secondo il rito ebraico: pugnalate alla gola e abbandonate a un lento dissanguamento. Jeshua gridò: “Voi fate della casa di preghiera una spelonca di assassini”. Avrebbe potuto dire: ne fate un mattatoio; disse invece: spelonca di assassini. Non è abbastanza chiaro? Parla di assassinio. Assassinio di animali. Ne ha orrore. Lo condanna»

C’è da dire infine che esiste una frase usata dalla Chiesa per sostenere che Gesù vuole rifiutare il vegetarianismo degli esseni, e vuole quindi modificare le Leggi:

Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!

Apparentemente sembra che Gesù dica che l’uomo può mangiare liberamente qualsiasi cosa, ma proprio qualsiasi, anche carne, pesci e addirittura escrementi. Tutto. Tanto “Non è quello che entra nella bocca che rende l’uomo impuro.”

Falso.
Gesù parla di igiene. Ma fa tutto questo discorso per fare una metafora. Questo si capisce perché appena due righe sotto conclude:

Non capite che tutto ciò che entra nella bocca passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adultèri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l’uomo.

Tutta questa non è altro che una metafora per dire che l’uomo impuro non si vede dalla sporcizia, o da aspetti completamente esterni, ma da quello che dice e dalle sue azioni.
Un messaggio cristiano bellissimo che è stato stravolto dalla Chiesa per una stupida cavolata.


Al di là di tutto questo, anche sulle voci contrarie a queste idee, come quella di Sant’Agostino, il quale, pagano convertito, non era vegetariano e si opponeva veementemente all’idea che i cristiani dovessero per forza essere vegetariani, troviamo informazioni molto interessanti.
Il suddetto afferma nella sua opera “Sulla Morale della Chiesa Cattolica”, che “innumerevoli sono i cristiani che si astengono sia dalla carne sia dal vino”. 
I suo “eretici” avversari, i manichei, erano completamente vegetariani. Ma i vegetariani cristiani ai quali si riferiva Agostino erano in realtà ortodossi, ovvero “il gruppo principale”, stando ciò a dimostrare una diffusa accettazione del vegetarianesimo tanto tra gli eretici quanto tra gli ortodossi.
Altri nomi noti di primi cristiani che erano anche vegetariani, in base ad affermazioni fatte da loro stessi o su di loro, ricordiamo Origene, Clemente di Alessandria, Basilio il Grande, Giovanni Crisostomo, Arnobio, Tertulliano e Gerolamo.
Gli ebrei cristiani erano vegetariani. Erano contrari al mangiar carne e al sacrificio degli animali nel tempio. Sia nelle “Omelie” sia nelle “Identificazioni” ci sono frequenti passaggi contro il sacrificio degli animali. Nelle “Omelie” si afferma che Dio non voleva affatto che gli animali venissero uccisi (3.45), e vengono condannati coloro che mangiano o anche soltanto assaggiano la carne (7.4, 7.8). Questo esprimersi contro i sacrifici di animali e a sostegno del vegetarianesimo è una delle caratteristiche principali della Cristianità giudaica, menzionata anche da Epifanio nelle “Omelie” e nelle “Identificazioni”.
Perché era così importante per gli ebrei cristiani il fatto di non sacrificare animali? Dobbiamo ricordare che, nei tempi antichi, il tempio di Gerusalemme non era come una moderna sinagoga o chiesa. Era un luogo dove gli ebrei portavano animali da sacrificare, che quindi somigliava di più a una bottega da macellaio o ad un mattatoio che ad un moderno luogo di culto. I preti del tempio avevano l’opportunità di tenersi gran parte della carne derivante dai sacrifici di animali, e perciò beneficiavano economicamente da tale pratica. 
Per gli ebioniti, questa era una forma di autorizzazione e di incoraggiamento ad uccidere animali, che non poteva trovare posto nella loro religione. Gesù dice (Matteo 9:13 e 12:7), “Misericordia io voglio e non sacrificio”, un’affermazione citata anche nelle “Omelie” e nelle “Identificazioni”. Secondo il vangelo degli Ebioniti, poi, Gesù afferma: “Sono venuto ad abolire i sacrifici, e se non smetterete di sacrificare, la mia ira vi perseguiterà”. (“Panarion” 30.16.5)
Uno dei problemi che gli ebrei cristiani avevano, poiché erano pur sempre giudei e quindi fedeli alla Legge, era quello di spiegare i passaggi del Vecchio Testamento che sembravano giustificare la guerra e i sacrifici di animali. Per farlo, essi spiegavano che questi comandamenti non facevano realmente parte della legge data a Mosé, ma erano stati aggiunti da scribi posteriori a Mosé. 
Vediamo dunque che la Cristianità giudea implicava il vegetarianesimo, ma anche molto di più. Era un punto di vista davvero radicale, che alla fine divenne eretico sia per il giudaismo ortodosso sia per la cristianità ortodossa.

Non distruggere l’opera di Dio per una questione di cibo! […] Perciò è bene non mangiare carne, né bere vino, né altra cosa per la quale il tuo fratello possa scandalizzarsi. (Lettera ai Romani 14, 20 )

Qual è la verità della Bibbia?

“Chi ha ucciso un bue è come se avesse ammazzato un uomo.”
(Isaia, 66. 3)

Molte sono le interpretazioni del messaggio della Bibbia, come molta è la confusione che esso ha generato, genera e genererà. Chi mangia carne, sostiene che anche Cristo ne facesse uso. Chi è vegetariano, sostiene invece che non solo Cristo non mangiasse carne, ma che Dio stesso ne proibisce l’uso, in tutti i casi. Da quale parte si trova la verità? E’ ovvio – e su questo punto sono sicuro che tutti la pensino in egual maniera – che sia solo una la verità che la Bibbia intende comunicare ai suoi lettori. E’ inammissibile e incoerente che possano coesistere due verità: una escluderebbe automaticamente l’altra.
Analizziamo alcuni passi della Sacra Bibbia, partendo dal Vecchio Testamento. Il Vecchio Testamento è il punto di partenza migliore per intraprendere uno studio su cristianesimo e vegetarianesimo. Il Vecchio Testamento parla soprattutto degli ebrei che ricevono le legge di Dio e che in seguito vengono puniti da Dio per averla infranta.
Senza dubbio, il passo più importante per chi sostiene la tesi vegetariana è questo:

Poi Dio disse: “Ecco, Io vi dò ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme; saranno il vostro cibo. A Tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, Io dò in cibo ogni erba verde.” E Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. (Genesi, 1. 29,31)

Sembra piuttosto chiaro il messaggio di Dio, il quale “dona” agli uomini e agli animali (posti sullo stesso piano, badate bene) ogni erba che produce seme ed ogni erba verde, così come ogni albero in cui c’è frutto che produce seme. Non sembra affatto nelle sue intenzioni permettere agli uomini di fagocitare immotivatamente la carne degli animali.
Se Dio aveva considerato “molto buone” le sue prescrizioni originali riguardo al cibo, perché avrebbe aggiunto in seguito tante istruzioni sul mangiare carne? Alcuni sostengono, infatti, che nella Genesi 9. 3, la Bibbia permette agli uomini di mangiare carne: “Ogni cosa vivente che si muove sarà cibo per te“. Ma molti dimenticano – o vogliono dimenticare, per convenienza – che era in occasione del diluvio universale, quando a Noè veniva offerto un espediente per superare un momento particolarmente difficile, poiché tutta la vegetazione era stata distrutta. Dio, quindi, diede senza dubbio a Noè il permesso – non il comandamento – di mangiare carne. Infatti, nel verso immediatamente seguente – Genesi 9. 4 – dopo aver dato il permesso di mangiare tutto ciò che si muove, Dio ci ricorda ancora una volta che idealmente non dovremmo mangiare carne, o almeno non il suo sangue (che poi è la stessa cosa): “Ma non dovreste mangiare la carne, con la sua vita, cioè il sangue“. Inoltre, il verso successivo afferma con chiarezza che chi uccide gli animali sarà a sua volta ucciso da quelle stesse creature: “E io reclamerò la tua vita per mano di ogni creatura da te uccisa…
In realtà. alcuni studiosi osservano che quando a Noè viene concesso di mangiare qualsiasi cosa si muova, l’esatto termine greco impiegato dal Septuagint è herpetonche letteralmente significa “rettile”. Quindi, in una situazione in cui non era possibile trovare altro cibo, Dio diede a Noè il permesso di mangiare crostacei e molluschi, come vongole, abalone, aragoste e lumache. Questa puntualizzazione sembra più coerente con la Genesi 9. 4, che proibisce a Noè di mangiare animali con il sangue (gli era stato dato il permesso solo per animali a sangue freddo), e comunque solo come concessione temporanea.
I Cinque Libri di Mosè portano un altro esempio di quando Dio, come concessione temporanea, permise agli Israeliti di mangiare carne, ma anche allora si trattava di circostanze disastrose. Dopo essere fuggiti dall’Egitto, gli Israeliti vagarono quarant’anni nel deserto. Dio provvide loro il cibo nella forma della manna (“il sostegno della vita”), una miracolosa sostanza vegetale che contiene tutti gli elementi necessari a sostenere la vita. Gli israeliti però si stancarono della manna, racconta la Bibbia, così Dio fece in modo di dare ai figli di Israele della carne sotto forma di quaglie. Perché quaglie? C’era forse qualche insegnamento nascosto che Dio voleva comunicare? Numeri 11. 18,34 contiene la risposta. Nel verso 20 Dio dice loro di “mangiare la carne finché vi uscirà dalle narici e ne sarete nauseati…“. Il verso 33 riferisce “prima ancora che avessero la carne tra i denti, una grave pestilenza li colpì“. Quindi è vero che cambiarono cibo come desideravano, ma è altrettanto vero che Dio era scontento della loro scelta, poiché Dio – com’è logico – poneva e pone uomini e animali sullo stesso identico piano, essendo entrambe “sue” creature, ed avendo entrambe il medesimo diritto di vivere serenamente l’intero arco di vita terreno.

“Poi Dio disse: ecco, Io vi dò ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.
A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde.
E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.”
Genesi 1, 29-31

I testi della Bibbia sono stati redatti nel corso di secoli, da persone che scrissero ciò che era stato tramandato e che corrispondeva ai propri concetti che spesso erano ben poco conciliabili con la volontà di Dio. Ciò vale, per esempio, per gli animali uccisi barbaramente, facendo credere che Mosè avrebbe comandato di compiere ciò davanti agli altari sacrificali. Lo stesso dicasi anche per molte “indicazioni” che sarebbero state date da Dio nel Vecchio Testamento riguardo all’uccisione di bambini, saccheggi e addirittura genocidi; tanto che perfino i nazisti, per le loro azioni, e Lutero, per le sue affermazioni, poterono riferirsi alla Bibbia senza alcun problema per giustificare le proprie azioni, come fecero del resto anche i guerrafondai iugoslavi alcuni anni fa.
Anche il Nuovo Testamento è opera umana, ossia una raccolta di testi che venne definita nel suo insieme “Sacra Scrittura” da decreti ecclesiastici. Molti aspetti che sarebbero stati altrettanto “sacri” non vi furono tuttavia inseriti. Molte cose insegnate da Gesù di Nazaret rimasero nascoste in diversi scritti apocrifi e non vennero inserite nella raccolta di scritti che ci viene oggi presentata come vangelo.
Circa 1600 anni fa, quando Girolamo redasse la prima traduzione completa della Bibbia (in latino) su incarico del Papa, egli si trovò sotto la grande pressione esercitata dal potere della Chiesa che stava nascendo e dalle forze politiche. Temi come la reincarnazione, la legge di semina e raccolta e gli insegnamenti portati dal Nazareno in merito ad un rapporto pacifico tra gli uomini e gli animali non trovarono più posto nel-la Bibbia ecclesiastica. La citazione riportata qui sotto dimostra tuttavia che Girolamo era ben al corrente dell’amore che Gesù provava per gli animali.
Nonostante molte cose siano state occultate dalla Bibbia ufficiale, la verità viene alla luce. Questo libretto intende essere un contributo in tal senso.
Con questa raccolta di citazioni vogliamo collegarci al cristianesimo originario e riabilitare Gesù come amico degli animali. Chi desidera aiutarci a diffondere questa verità?

«Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei pasti a base di carne ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di secrezioni maleodoranti della carne degli animali …

Gesù Cristo, che venne quando fu compiuto il tempo, ha collegato la fine con l’inizio. pertanto ora non ci è più consentito di mangiare la carne degli animali.»
Girolamo (331 – 420)
(Adversus Jovinanum I,30)

Parole dei profeti contro i sacrifici degli animali descritti nella Bibbia e il mangiar carne

Nei libri di Mosè si presentano al lettore pagine e pagine in cui si cerca di far credere che Dio volesse che gli animali venissero torturati e uccisi per Lui. Questi testi sono stati manipolati in modo così abile per far credere ai fedeli che Dio sia un essere crudele, brutale, privo di amore e iracondo e che provi gioia nel vedere come gli animali vengono uccisi in modo brutale e insensato. Chi è convinto che ciò corrisponda alla parola di Dio, come le grandi istituzioni cercano di far credere, è vittima dell’adombramento della verità. Chi, invece, ricerca più a fondo ciò che è stato detto dai profeti troverà persino nella Bibbia alcuni aspetti della vera parola di Dio che sono, a quanto pare, sfuggiti ai “correctores” e a coloro che hanno falsificato gli scritti originari.

Osea
«Essi offrono sacrifici e ne mangiano le carni, ma il Signore non li gradisce; si ricorderà della loro iniquità e punirà i loro peccati.» Osea 8,13

Isaia
«Si sacrifica un bue e si uccide un uomo; si immola un agnello e si strozza un cane; c’è chi fa un’oblazione e offre sangue di porco; chi brucia incenso e venera un idolo. Come costoro si compiacciono nelle loro vie e amano le loro abominazioni.» Isaia 66,3

Amos
«Io odio e abomino le vostre feste, non mi piacciono le vostre solennità. Se mi offrite olocausti e oblazioni, non le gradisco: ai vostri sacrifici di grasse vittime non volgo nemmeno lo sguardo. Lungi da me la voce dei tuoi canti; non voglio sentire i suoni delle tue arpe. Sgorghi invece la equità e la giustizia come torrente perenne.» Amos 5,21-24

Geremia
«Che me ne importa dell’incenso importato da Saba, o della canna aromatica che viene da una terra lontana? I vostri olocausti non mi piacciono, e i vostri sacrifici non mi sono graditi.» Geremia 6,20

Isaia
«Che m’importa dei molti vostri sacrifici? Dice il Signore. Sono sazio degli olocausti degli arieti e del grasso dei vitelli; non gradisco il sangue dei buoi, degli
agnelli e dei capri. Quando venite a presentarvi davanti a me, chi reclamerà questo da voi?» Isaia 1,11-12

Michea
«Con che cosa mi presenterò al Signore, e mi prostrerò dinanzi al Dio sommo? Mi potrò presentare con olocausti, con vitelli di un anno? Gradirà il Signore migliaia di arieti e libagioni di olio a torrenti? Offrirò forse il mio primogenito per il mio delitto, il frutto del mio seno per il peccato dell’anima mia? Ti è stato fatto conoscere, o uomo, ciò che è bene e ciò che il Signore richiede da te: nient’altro che praticare la giustizia, amare la misericordia e portarti con umiltà con il tuo Dio.» Michea 6,6-8

Isaia
«Quando voi stendete le vostre mani, distolgo da voi i miei occhi, anche se voi moltiplicate le preghiere, io non le ascolto. Le vostre mani sono piene di sangue. Lavatevi, purificatevi, allontanate le vostre cattive azioni dai miei occhi; cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, aiutate l’oppresso.» Isaia1,15-17

Osea

«Poiché io voglio l’amore più che il sacrificio, la conoscenza di Dio più che gli olocausti.» Osea 6,6

Geremia
«In verità, io non parlai, né diedi comandi sull’olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dal paese d’Egitto.» Geremia 7,22

«Se avessi fame non lo direi a te, poiché mio è l’universo e quanto contiene.
Mangio io forse la carne dei tori, o bevo il sangue dei capretti?» Salmo 50,12-13

«Non andate coi bevitori di vino, e nemmeno coi mangiatori di carne.» Spr. 23,20

Gesù di Nazaret parlò contro i sacrifici di animali

«Io sono venuto per abolire i sacrifici e se non smetterete di compierli, nemmeno l’ira di Dio (la legge di causa ed effetto) smetterà di colpirvi.»
Parole di Gesù citate da Epifanio, Panarion 3,16

«Io voglio misericordia e non sacrifici.»
Matteo. 9,13

«Non sta forse scritto che la Mia casa dovrà essere una casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto una spelonca di assassini.»
Gesù in Marco 11,17

Gli apostoli erano vegetariani

per sapere che cosa ha insegnato Gesù sul tema dell’amore per gli animali e riguardo ad un’alimentazione senza carne è utile conoscere come si sono comportati i suoi apostoli e discepoli. Antichi testi, che per ovvi motivi non sono stati inseriti nei canoni della Bibbia, riportano quanto segue:

Pietro
«Io vivo di pane e olive, ai quali aggiungo solo di rado una verdura.»
Omelie Clementine, XII,6; rec. VII, 6

Paolo
«Gesù mi ha comandato di non mangiare carne e di non bere vino, ma di consumare solo pane, acqua e frutti, per essere puro quando Egli vuole parlare con me.»

Toledoth Jeschu, Ed.Krauss, Berlino 1902, p. 113, Parole di Paolo
Matteo
«Matteo viveva di semi, frutti degli alberi e verdura, senza carne.»

Clemente Alessandrino, Pedagogo II,1-16

Giovanni
«Giovanni non ha mai assaggiato carne.»
Storico della Chiesa Hegesipp secondo Eusebio, Storia della Chiesa II, 2-3

Giacobbe
«Giacobbe, fratello del Signore, viveva di semi e piante e non toccava né carne, né vino.» Epistulae ad Faustum XXII,3

Esistono indicazioni provenienti anche da altri scritti antichi riguardo ad altri apostoli e discepoli che seguivano un’alimentazione vegetariana o vegana.

Anche i Padri della Chiesa ammonirono a non consumare la carne

I padri della Chiesa o gli scribi ecclesiastici conoscevano ancora le fonti degli scritti originari e li citavano. Molti di loro, a quei tempi, vissero nutrendosi in modo vegetariano/vegano e rinunciando alle bevande alcoliche oppu-re consigliarono di farlo. Da ciò si possono trarre informazioni su come si alimentavano i primi cristiani.

Giovanni Crisostomo riguardo ad un gruppo di cristiani che viveva in modo esemplare:
(354-407)
«Da loro non viene versato alcun rivolo di sangue; non viene macellata e fatta a pezzi la carne … Da loro non si sente l’odore terribile dei pasti a base di carne …; non si sentono rumori e baccano. Essi si cibano solo del pane che guadagnano con il loro lavoro e di acqua che viene offerta loro da una fonte pura. Se desiderano un pasto abbondante, le loro leccornie sono costituite da frutti e nel mangiarli provano un piacere più grande che ad essere seduti ad una tavola regale.»
Omelie, 69

Clemente Alessandrino
«Infatti, all’interno di una semplicità parsimoniosa non esiste forse una molteplicità di alimenti sani: verdura, radici, olive, erbe, latte, formaggio, frutta e ogni tipo di alimenti essiccati? Come alimenti vanno preferiti quelli che possono essere consumati direttamente, senza dover usare il fuoco, poiché sono sempre pronti e sono i più semplici. Per questo l’apostolo Matteo viveva di semi, frutti con la buccia dura e verdura, niente carne. E Giovanni, che esercitava la parsimonia nel grado più assoluto, mangiava germogli di foglie e miele selvatico. Credo comunque che i sacrifici cruenti siano stati inventati solo dalle persone che cercavano un pretesto per mangiare carne, cosa che avrebbero potuto fare anche senza questi obbrobri davanti a Dio.»
Clemente Alessandrino, Pedagogo II

Quinto Settimio Tertulliano
ca. 160-221

«Tertulliano si impegnò più volte per difendere i cristiani quando venivano incolpati di compiere sacrifici umani. “Come posso definire il fatto che crediate che noi siamo avidi di sangue umano, se sapete che consideriamo un obbrobrio già il sangue degli animali.»
Apol. Cap. 9; cit. da Robert Springer, p. 292

Gregorio di Nazianzo Padre della Chiesa (Cappadocia)

«Il seme di un buon padre di casa è però il buon grano con il quale fa il pane … L’ingordigia di pietanze a base di carne è un’ingiustizia abominevole e io desidero che aspiriate soprattutto alle cose che sono un nutrimento eterno per la vostra anima.»
Robert Springer, Enkarpa 1884

Girolamo
«E’ meglio che non mangi carne e non bevi vino. Infatti, il consumo di vino è iniziato con il mangiare carne, dopo il diluvio universale.»
«I cibi puri sono cibi preparati senza spargere sangue.»

«Il consumo di carne, il bere vino e l’abbuffarsi sono il vivaio della cupidigia.»
Girolamo, Adversus Jovinanum I,30

Agostino Aurelio

354-430, Padre della Chiesa e grande dottore di lingua latina della Chiesa dell’antichità, visse cibandosi solamente di alimenti vegetali. Attribuiva al mangiare carne le passioni rovinose degli uomini. In una delle sue opere riporta una citazione di Paolo (Rom. 14,21) secondo la quale egli consiglia di non mangiare carne e di non bere vino.
De vera Religione II,161,168

Basilio il Grande
«Il corpo appesantito con cibi a base di carne viene afflitto da malattie; un modo di vivere parco lo rende più sano e più forte e strappa le radici del male. Le esalazioni dei cibi a base di carne adombrano la luce dello Spirito. Si può difficilmente amare la virtù quando si gioisce di piatti e banchetti a base di carne.»
Basilio il Grande, Enkarpa, 1884

Omelie Clementine 

«La carne è un alimento contro natura che appartiene ad un mondo passato.» Omelie Clementine III,45

«Nel paradiso terrestre non c’era vino, non si sacrificavano animali, non si mangiava carne.»

«Fino a che si vive in modo parco, la felicità della casa si moltiplicherà; gli animali saranno al sicuro; non si spargerà alcuna goccia di sangue; non si ucciderà alcun animale. Il coltello dei cuochi sarà inutile; la tavola sarà apparecchiata con frutti donati dalla natura e ci si appagherà di essi.»

Dalle epistole di Basilio il Grande (329 -379) cit. da Carl Anders Skriver, Le origini dimenticate della creazione e del cristianesimo, p. 123

Fu il peccato dell’uomo a rendere “feroci” gli animali!

Gli animali selvatici traggono il loro nome dalla loro natura selvaggia, e non dal fatto di essere stati creati feroci fin dall’inizio…; in realtà fu il peccato dell’uomo a renderli tali. Infatti, dato che l’uomo si è allontanato dalla retta via, anch’essi lo hanno seguito …
Se l’uomo ora si eleva di nuovo ad un’esistenza che corrisponde alla sua natura e non compie più alcun male, anch’essi ritorneranno al loro essere mite originario.
Teofilo di Antiochia
2a metà del II secolo

La creazione attende che gli uomini si manifestino come figli di Dio

Sappiamo che anche tutta la creazione soffre e geme con noi fino a quel momento. La creazione aspetta con impazienza la rivelazione dei figli di Dio. Essa nutre la speranza di essere pure lei liberata dalla schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio.
Paolo Rm. 8, 19-25

La persecuzione dei vegetariani e la fine del cristianesimo interiore

L’imperatore Costantino I (285 ca. -337) sostenne la Chiesa cristiana, le concesse la libertà di religione, inserendola nella struttura politico-amministrativa dell’Impero e promulgando numerose leggi che favorirono il clero. In cambio anche la Chiesa lo sostenne, nonostante Costantino non fosse di certo da meno dei suoi predecessori per quanto riguardava la mania del potere, la sete di dominio e la sua crudeltà. Egli condusse molte guerre. I cristiani delle origini che volevano restare fedeli ai loro ideali pacifici furono costretti, con la minaccia della tortura, ad andare in guerra per l’imperatore. Si dice che l’imperatore Costantino facesse riempire di piombo liquefatto la gola di coloro che non volevano mangiare carne.
In tal modo il cristianesimo delle origini fu pressoché cancellato. “Da quel momento, i cristiani vennero costretti ufficialmente a prestare servizio in guerra, a mangiare animali e a bere alcolici.”

Nel Concilio di Nicea (325) egli impose alla Chiesa il proprio concetto di cristianesimo.
A questo punto era necessario adattare anche i vangeli allo spirito del tempo che soffiava e per farlo furono impiegati i cosiddetti “correctores”. Soprattutto nel periodo che seguì il Concilio di Nicea, si dice che molti testi vennero falsificati intenzionalmente. Non si sa in modo certo fino a che punto molte cose fossero state cambiate anche da Paolo ed è possibile presupporlo solamente sulla base di alcune citazioni che sono state tramandate.

Il Medioevo
La persecuzione dei cristiani che vivevano in modo vegetariano/vegano continuò anche nel periodo del Medioevo. In tutti i secoli la Chiesa perseguitò i cristiani delle origini che seguivano un’alimentazione vegetariana e che non approvavano lo sfarzo della Chiesa di Stato pagano. Essi furono in genere denigrati con il marchio di eretici e settari e quindi calunniati, perseguitati ed uccisi.
La base filosofica per la persecuzione avvenuta nel periodo del Medioevo fu posta dal dottore della Chiesa Tommaso d’Acquino. Secondo il suo insegnamento, gli animali non avrebbero un’anima e del resto nemmeno le donne. I cristiani liberi “che nel periodo dell’inquisizione si rifiutavano di uccidere animali furono costretti a macellare pubblicamente un animale oppure ad essere impiccati come eretici. Nel 1051 furono condannati a morte numerosi cosiddetti eretici, perché si erano rifiutati di uccidere e di mangiare dei polli.”*
“Nel Medioevo c’erano numerosi gruppi che volevano ritornare ad un modo di vivere proprio del cristianesimo originario.” Un esempio in tal senso furono i Bogumili o i Catari/Albigesi. Essi erano vegetariani o vegani. Si proponevano di “non uccidere alcun animale, di non mangiare carne e vivere soltanto di frutti” (Walter Nigg). Furono tutti sterminati in modo atroce dalla Chiesa.
Molte persone hanno ancora profondamente radicati nel subconscio questi pregiudizi della Chiesa, nonostante siano convinti di essere persone progressiste. E’ sufficiente sentir parlare di una “setta” per risvegliare in loro gli antichi pregiudizi presenti, nonostante non ce ne sia alcun motivo.
Carsten Strehlow, Vegetarianesimo/veganesimo come parte costituente del cristianesimo, p. 55

Oggi
«Il cristianesimo ecclesiastico odierno, in particolar modo quello cattolico, non ha più quasi nulla a che fare con il cristianesimo originario vero e proprio, con il Nazareno e quindi con il vero insegnamento di Gesù, ma è in primo luogo un insegnamento autoredatto che si basa quasi esclusivamente sull’esercizio e sul mantenimento del potere. Sono sufficienti l’inquisizione, i roghi su cui sono state arse le streghe, le crociate, l’odio nei confronti degli ebrei e delle donne e la collaborazione con i nazionalsocialisti nel cosiddetto Terzo Reich per macchiare di sangue la storia della Chiesa cattolica. Con questo sangue si potrebbero riempire i bacini di tanti mari.

Le feste della Chiesa più solenni – il Natale e la Pasqua – sono anche le più grandi feste del macello dell’anno!»

Carsten Strehlow, Vegetarianesimo/veganesimo come parte costituente del cristianesimo, p. 58

„In verità,Io vi dico, che sono venuto nel mondo per abolire tutti i sacrifici di sangue e il cibarsi della carne degli animali e degli uccelli che vengono macellati dall’uomo.“

Il Vangelo di Gesù, Cap. 75, 9
Rottweil 1986

Visione di Isaia

Il lupo dimorerà insieme
con l’agnello, la pantera
si sdraierà accanto al capretto;
il vitello e il leoncello
pascoleranno insieme e
un fanciullo li guiderà.
La mucca e l’orsa
pascoleranno insieme; si
sdraieranno insieme i loro
piccoli. Il leone si ciberà di
paglia, come il bue. Il lattante
si trastullerà sulla buca
dell’aspide; il bambino
metterà la mano nel covo
di serpenti velenosi.
Non agiranno più iniquamente, né saccheggeranno
in tutto il mio santo monte.

Fonte

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